O Capitano, mio Capitano!

Era il maggio 2009 quando Davide Baiocco, assieme Gionatha Spinesi, Marco Biagianti e Albano Bizzarri, faceva il giro di campo per raccogliere gli applausi di tutto lo stadio “Massimino”. Fu l’ultimo saluto di una piazza che, comunque, sarebbe rimasta nel cuore del centrocampista perugino. Quattro stagioni passate a Catania, di cui due con la fascia da capitano al braccio. Una promozione, quella storica del 2006 dopo 23 lunghi anni nell'”anonimato”, e due salvezze raggiunte in Serie A all’ultima giornata per due anni consecutivi, giocando quelle partite indimenticabili contro Albinoleffe, Chievo e Roma.

C’era stato sempre in campo Davide Baiocco, uomo spogliatoio e leader indiscusso di quella squadra con 122 presenze e appena due gol: il suo mestiere non era proprio quello di segnare. Calciatore grintoso, motorino prezioso di quel solido centrocampo che senza di lui non sapeva proprio cosa fare: era questo Davide Baiocco per il Catania, giocatore indiscusso e sempre pronto a sposare la causa rossazzurra.

Furono i suoi compagni, così, a nominarlo capitano all’unanimità, perchè solo lui poteva rappresentare al meglio il Catania. Nessuno, infatti, sentiva addosso il peso della maglia così come lo sentisse lui. Era sempre lì, a correre più degli altri, a recuperare più palloni degli altri, a mettere la propria faccia anche per gli altri. Parlava tanto Davide, anche troppo a volte. L’istinto aveva sempre la meglio su tutto, talmente era forte il coinvolgimento. Ricordiamo, infatti, quella miriade di cartellini gialli presi per le proteste, che facevano arrabbiare enormemente i tifosi, ma che lo fecero apprezzare proprio perchè dimostrasse sempre vero e proprio attaccamento alla maglia. Impossibile, a tal riguardo, dimenticare quel pugno dato negli spogliatoi che gli costò la rottura di due dita dopo la sconfitta di Modena, quella che mise in discussione, almeno per una settimana, la promozione del Catania in Serie A.

Mai più dopo di lui qualcuno come lui. Un giocatore dello stesso temperamento, un uomo dello stesso carisma, un beniamino dei tifosi nel quale immedesimarsi così com’era il centrocampista ex Juventus, infatti, non è più passato da Catania. Davide Baiocco, ancora, viene sempre ricordato bene da tutti i tifosi del Catania, sia dentro che fuori dal campo. Sempre disponibile a farsi una foto, a scambiare una parola, ma soprattutto a dare il massimo durante la partita, la cosa più importante per un tifoso. Uno di quei pochi calciatori che, seppur non abbia il dribbling di Messi e la potenza di CR7, quando gioca riesce a trasmettere vere emozioni.

Adesso Davide ha compiuto 40 anni, ma l’età non gli ha impedito di vincere un altro campionato, stavolta in Serie D con l’Akragas. Ciononostante, il Catania ha deciso di richiamarlo, stavolta in società. Davide Baiocco, infatti, può essere quella figura di mediazione tra società, squadra e, perchè no, anche tifoseria che, purtroppo, da due anni a questa parte è mancata maledettamente all’interno di questa realtà. Un uomo dalla grande personalità come la sua d’altronde, potrebbe essere quella figura carismatica che servirebbe a tenere sull’attenti i calciatori nei momenti più delicati, così come a farli sentire importanti in altri. Un ruolo difficile da ricoprire, ma al quale sicuramente può risultare adatto.

Davide però ci riflette sù, perchè nonostante la “veneranda” età ha ancora voglia di giocare a calcio. Ma tornare nell’ambiente Catania, a nostro parere, può essere sicuramente una delle prerogative dell’ex centrocampista rossazzurro e, se lo conosciamo bene, potrebbe già aver preso la sua scelta. Proprio lui, inoltre, potrebbe riportare un po’ di ordine all’interno di una società totalmente priva di gestione. L’addio di Delli Carri e, probabilmente, anche quello di Neri, fanno presagire che qualcosa non vada da molto tempo a questa parte. Serve così l’avvicendamento di qualcuno che sia serio, responsabile, ma soprattutto presente. Insomma, qualcuno che possa essere come Davide Baiocco!

“O Capitano, mio Capitano… per te è issata la bandiera, per te squillano le trombe!”

Federico Fasone

 

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