NESSUN VINCITORE
Sette anni di attesa ed è finalmente derby. C’è voluta una pandemia mondiale per rivedere Palermo e Catania affrontarsi di nuovo, cornice che ha caratterizzato non poco il pre-partita, con i padroni di casa addirittura costretti a presentarsi con soli undici effettivi ed un portiere di riserva. “Vantaggio” che però gli ospiti non sfruttano per niente, perché la prima gioia della partita appartiene ai rosanero, i quali passano al 15′ sugli sviluppi di un corner procurato caparbiamente dall’ex Odjer e capitalizzato da Kanouté, che quindi si conferma bestia nera dei rossazzurri.
Poche emozioni nella prima frazione di gioco, ma tanto, troppo nervosismo soprattutto fra le fila degli uomini di Raffaele, che non riescono mai a verticalizzare e fanno a tutti gli effetti il gioco del Palermo. La formazione allenata da Boscaglia, infatti, assume un atteggiamento attendista e si limita a fare densità a centrocampo, laddove gli etnei non sanno proprio come prendere le misure, facendosi trovare sempre impreparati e privi di idee limpide di gioco.
La ripresa vede il Catania provare ad attaccare a testa bassa, anche se c’è troppo nervosismo in fase d’impostazione, infatti i rossazzurri gettano tantissimo palloni nelle mani di Pelagotti tutte le volte che provano a verticalizzare. Ciononostante i cambi portano qualche frutto, dato che con gli innesti di Biondi e Piovanello fra gli altri, gli ospiti danno manforte all’attacco, che vede in Pecorino il suo terminale offensivo. Proprio il ragazzo catanese vince il duello a distanza con il palermitano Saraniti: se quest’ultimo nel primo tempo sbaglia clamorosamente un gol praticamente fatto calciando forte sulla traversa, il primo invece segna un gol da vero rapace, mettendoci tutta la voglia che ha in corpo per trafiggere i rivali di sempre.
Ultimi minuti concitatissimi, ma alla fine è 1-1. Probabilmente in apertura il Catania sottovaluta anche inconsciamente un Palermo completamente rimaneggiato, facendosi prendere dalla foga e dall’agitazione una volta passato in svantaggio. Sicuramente meglio nella seconda frazione di gioco, quando i padroni di casa retrocedono per via del fiato che viene a mancare, ma c’è poco da essere soddisfatti in un match che poteva essere vinto, senza se e senza ma. Insomma, non c’è stato alcun vincitore, ma almeno è tornato il derby.
Federico Fasone
Foto: Giovanni Mazzola