UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL
Tic tac, tic tac. Questo è il suono del tempo che scorre. Inesorabile per tutto e tutti, anche per il Catania.
In questi anni è sembrato che a piedi dell’Etna fosse in atto un disinnamoramento verso i colori rossazzurri.
Non c’è più quell’entusiasmo degli anni migliori, non c’è più il “Massimino” pieno in occasione di ogni partita in casa, anzi è stato ogni domenica sempre più vuoto. Tutto ciò è se si pensa che che la Serie A è possibile vederla da un bel po’ di anni solo in TV e Milan, Juve, Inter e Roma ormai hanno dimenticato cosa significasse giocare al “Massimino” e davanti al tifo catanese.
Nel giro di due giorni altrettante notizie hanno tagliato le gambe a tutto il popolo catanese.
Avanti ieri la scoperta del bluff dei sedicenti texani, ieri la notizia ancora più drammatica: la Procura della Repubblica di Catania ha depositato istanza di fallimento della società Calcio Catania presso la Cancelleria della sezione fallimentare del Tribunale.
I firmatari di tale provvedimento sono i PM Regolo e Tasciotti i quali hanno richiesto il fallimento del Calcio Catania e come unica misura cautelare la sostituzione dell’attuale CdA etneo (resterà in carica fino al 25 maggio, a meno di dimissioni, n.d.r.) con commissari giudiziari, pronti a prendere le redini del club.
La Procura richiede tale misura cautelare perché ritiene che «l’organo gestorio ha dimostrato di operare aggravando il dissesto» evidenziando inoltre nella propria redazione una cattiva gestione iniziata almeno cinque anni fa e perpetuatasi fino ad oggi che ha prodotto ingenti debiti, un grave stato di insolvenza e il mancato assolvimento di determinati step e criteri previsti dalla legge.
La sezione fallimentare del Palazzo di Giustizia di Catania ha fissato l’udienza nella giornata del 25 maggio per discutere e pronunciarsi solo in merito alla misura cautelare, ossia sapremo se verrà accettato o meno l’azzeramento del CdA attuale richiesto dai PM.
Il Tribunale di Catania dovrà poi fissare un’altra udienza in un’altra data in cui verrà presa una decisione circa la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura.
Dunque, il 25 maggio il giudice si pronuncerà solo sulla misura cautelare e non sul fallimento del Catania.
Nonostante questo “sfasamento” di date, i legali di Finaria, così come previsto dal provvedimento del Tribunale, avranno tempo sempre e solo fino al 22 maggio per presentare istanze difensive e documenti necessari per cercare di dimostrare che la ricostruzione della Procura circa la cattiva gestione del Catania da parte dell’attuale dirigenza non è corretta e che, dunque, non sussistono i presupposti per la sostituzione per il commissariamento.
A non far spegnere totalmente quel piccolo e flebile barlume di speranza ancora presente nei cuori dei tifosi rossazzurri è la presenza della cordata rappresentata dal duo Pellegrino-Pagliara, unico acquirente che si è mosso concretamente e ha mostrato vero interesse nei confronti del Catania.
Secondo quanto raccolto dalla redazione di Pianeta Catania, mercoledì prossimo sarà il giorno in cui la cordata, dopo essersi “trasformata” in una società di capitali, presenterà la nuova offerta ufficiale, vincolante e perentoria a Finaria S.p.a. per acquistare il Calcio Catania.
Attenzione però perché, qualora venisse accettato il commissariamento del Catania, l’S.p.a ex Comitato avrebbe come interlocutori non più Finaria, ma unicamente la Procura e i commissari giudiziari che avrebbero la piena facoltà di accettare, se ritenuta congrua economicamente, l’offerta da lei presentata senza dover interpellare Finaria.
Elemento da non dimenticare e sottovalutare è la messa in mora dei giocatori rossazzurri i quali avrebbero tutto il diritto, qualora gli stipendi arretrati di gennaio e febbraio non venissero saldati entro il 20 maggio,(ricordiamo che il Catania è stato ufficilamente messo in mora dai giocatori il 30 aprile e non il 4 maggio, quando venne data notizia di ciò tramite una lettera aperta a TuttoC.com, n.d.r.), di adire il Collegio Arbitrale della Lega Pro dal 21 maggio in poi per richiedere la risoluzione d’ufficio dei contratti.
Tutti passaggi successivi alla formale costituzione in mora sono precisati in questo nostro articolo.
Il tempo stringe e calano le tenebre su Catania, ma ancora c’è uno spiraglio di luce in fondo al tunnel che non condanna la matricola 11700 a scomparire per sempre.
(Fonte foto: www.fnsi.it)
Claudio Pisi
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