È UN CATANIA “MONCO”

Quattro sconfitte (tutte in trasferta) su otto partite giocate. 14 gol al passivo, che rendono quella del Catania la 52° difesa della Serie C, considerando tutti e 3 i gironi. Sono numeri, quelli dei rossazzurri, che non corrispondono certamente alle aspettative di inizio stagione e che mettono in risalto i numerosi limiti di questa squadra.

A partire dalla retroguardia, dove fin ora nessuno è stato in grado di sopperire alla partenza di Aya. Mentre infatti Saporetti ha convinto solo a sprazzi, Mbende ha dato l’impressione di avere ancora bisogno di un periodo di adattamento ai meccanismi del calcio italiano e in particolare della Serie C. Ma il problema sembra essere anche numerico. Dopo l’estromissione dalla rosa di Marchese, infatti, di fatto il Catania non ha a disposizione un terzino sinistro che possa sostituire Pinto. Contro la Ternana l’adattamento del giovane Biondi non ha dato – ma ci può stare – i frutti sperati.

Discorso simile a centrocampo, dove Camplone non è riuscito fin ora a trovare quell’assetto in grado di garantire il giusto filtro. Anche in questo caso da valutare il peso tattico delle estromissioni di Biagianti e Bucolo, compensate dal reintegro a pieno regime di Rizzo che in estate era indicato come sicuro partente.

E poi c’è l’attacco. Anche qui, fino a questo momento, l’impressione è che manchi qualcosa. In particolare per quanto concerne gli esterni del 4-3-3, eppure uomini chiave per  questo modulo. Le numerose assenze – in particolare quelle di Sarno e Catania – hanno costretto Camplone a dover adattare Mazzarani. Il centrocampista romano ha risposto egregiamente, seppur per caratteristiche è più una mezzala. A deludere fino ad ora è stato invece Di Molfetta, forse il vero esterno di ruolo a disposizione del tecnico ex Perugia. Nel frattempo è tornato Barisic, già a Terni subentrato a gara in corso. Sarà lui la pedina in più nelle prossime gare?

Antonio Longo

Fonte foto: calciocatania.it

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