COSÌ NON SE NE PUÒ PIÙ
4-3-3, 3-5-2, adesso non pare davvero più il caso di speculare sui moduli. Mbende, Silvestri, Saporetti, Biondi, Calapai: in qualsiasi modo la si metta, il Catania subisce, non solo il gioco, ma anche continue pericolose azioni da rete. E non importa chi sia l’avversario, perché certe triplette sono state patite pure in partite in cui di gol se ne facevano sei (leggasi Avellino), oltre che in molte altre occasioni in cui non si è riusciti ad avere lo stesso peso offensivo dell’avversario, ma i gol sono entrati comunque. E in maniera consistente.
Cercare perciò di dare un nome e un cognome alla sconfitta di ieri sembra una cosa quanto mai inutile e fuori tempo. Logico che i due autogol, evitabili con un po’ di attenzione in più, abbiano pesato come un macigno sull’esito della gara, ma la squadra di ieri ha sofferto troppo e per troppo tempo il gioco di un avversario che avrebbe potuto mettere un’ipoteca sulla gara già dopo un minuto, con un gol clamorosamente sbagliato da Ferrante. Da lì in poi i padroni di casa non sono passati in vantaggio soltanto per la scarsa abilità nel mettere il pallone in rete, poiché di fronte a Furlan, ci si è giunti più volte con una facilità disarmante.
In avanti, invece, si conferma la qualità di cui già si è discusso, ma su cui non si può costruire una vittoria e tanto meno un intero campionato. Per di più aggrappandosi alla sola punta titolare. Mazzarani, così come lo stesso Di Piazza, dimostrano che messi in condizioni di fare male riescono da soli a mettere in difficoltà intere difese avversarie. Allo stesso modo i vari Di Molfetta, Biondi o Calapai hanno confermato la pericolosità delle loro incursioni.
Resta il fatto che una buona manovra, sia offensiva che difensiva, passi dall’apporto di un centrocampo che ieri è sembrato confuso e di una difesa che, in fase di copertura, ha dato l’impressione di affidarsi più alle chiusure dei singoli che ad automatismi corali e concordati per limitare le scorribande avversarie.
La sensazione è quella che una volta scoperto il meccanismo di funzionamento di questa squadra per gli avversari sia facile, ed anche troppo, mettere i rossazzurri alle corde portando la gara a proprio favore.
Ieri la sorte aveva benevolmente concesso il vantaggio al Catania. Sarebbe bastata una punta di cinismo per portare un risultato positivo a casa. E invece, ancora una volta, ci si lecca le ferite… come accaduto in altre stagioni.
(Fonte foto: calciocatania.it)
Simone Caffi