MANCA POCHISSIMO (STAVOLTA DAVVERO)
Manca pochissimo. Un’affermazione ormai trita e ritrita in questa estate bollente, dove le battaglie legali hanno dominato sulla dinamiche di campo. Ma stavolta manca pochissimo davvero. Entro 24 ore il Catania conoscerà il suo destino.
C’è attesa, infatti, per la sentenza del Collegio di Garanzia del Coni, che dovrà in primo luogo decidere il format del campionato di Serie B e poi, qualora questo fosse ripristinato da 19 a 22 club, decidere quali sarebbero le tre società rispescate. Da un lato Novara e Catania, forti della sentenza della Caf arrivata giorno 1 Agosto. Dall’altro lato la Ternana e la Pro Vercelli, che reputano illegittimo quanto decretato dalla Caf e rivendicano il diritto di essere in prima linea per la riammissione in cadetteria. In mezzo il Siena a cui, in virtù dei criteri tenuti in considerazione per il ripescaggio, basta semplicemente che il format venga riportato a 22 squadre per ritenersi a tutti gli effetti in Serie B.
La società di via Magenta, dal canto suo, ha fatto la voce grossa per far valere i propri diritti. Il regolamento, come ormai noto, non ammetteva modifiche del format per la stagione in corso. L’iniziativa della Lega B, autorizzata dalla Figc, di ridurre a 19 le partecipanti alla seconda serie è a tutti gli effetti illegittima. Ed è su questo che i legali rossazzurri hanno fatto leva, chiamando in causa anche le sedi penali nei confronti del commissario Figc, Fabbricini, ritenuto colpevole di “abuso d’ufficio”. Si è sempre difeso il Catania, anche contro “indiscrezioni” lanciate da famosi quotidiani sportivi, assolutamente prive di fondamento. Si è sempre difeso il Catania, anche dalla aggressiva campagna mediatica del presidente della Ternana, Bandecchi.
Comunque andrà a finire, l’estate calcistica 2018 sarà ricordata come tra le più tristi dell’ultimo decennio, almeno. Solo una clamorosa Serie B a 24 squadre potrebbe, in tal senso, ristabilire un clima di serenità ed evitare ulteriori strascichi giudiziari. Se così non fosse, gli scontenti sono già pronti a ricorrere al Tar per chiedere, quantomeno, un cospicuo risarcimento danni in termini economici.
Antonio Longo