La salvezza è finalmente arrivata: ora la parola d’ordine è ricostruzione, già a partire dal prossimo anno. Ma per rifondare è prima necessario prendere atto dell’eredità che questa stagione lascia a chi verrà.

Se, infatti, alcuni esprimono soddisfazione per l’obiettivo (minimo) raggiunto, la maggior parte dell’ambiente rimane comunque delusa e piuttosto scettica. Ora più che mai è legittimo chiedersi “Fu vera gloria?” a cui, per adesso, si può solo rispondere, citando un celebre romanziere italiano: “Ai posteri l’ardua sentenza”.

A prescindere da questa valutazione, i rossazzurri dovranno fare i conti con una probabile rivoluzione tecnica e societaria, ma non solo. Dopo sedici anni, infatti, il Catania non parteciperà alla Coppa Italia, riservata alle prime otto del girone. Un’occasione persa per confrontarsi con squadre di categoria superiore e per riprendersi quella visibilità a cui gli etnei erano abituati fino a pochi anni fa.

Tuttavia, la mancata presenza nella seconda competizione nazionale, potrebbe incentivare a fare meglio nella più modesta Coppa Italia di serie C, a cui il Catania parteciperà regolarmente, ma soprattutto a concentrarsi per centrare l’obiettivo promozione: l’unico imperativo dopo una stagione amara per tutta la piazza.

Carlo Cimellaro