Un amore così grande

L’avevamo detto qualche tempo fa e le nostre parole, adesso, si trasformano in realtà: Pasquale Marino è il nuovo allenatore del Catania!

Vogliamo, però, provare ad immaginare come siano andate le cose. Una chiamata subito dopo la fine del campionato:“Pasquale, se non sali in A col Vicenza, allora vieni da noi”. Pasquale mette giù la cornetta: era il Presidente Pulvirenti. Pasquale si siede sulla sua poltrona e ci riflette sù:“Catania è un amore mai finito per me. Certo però che col Vicenza mi sto giocando una grande chance…”. E allora Marino resta alla guida della squadra veneta, preparando al meglio i suoi per la sfida delle semifinali dei play-off contro il Pescara. Ma la squadra allenata da Massimo Oddo se la gioca benissimo e dunque elimina il suo Vicenza. Pasquale adesso è libero di pensare al suo futuro. Scende giù a Catania, si reca a Torre del Grifo, discute con la società, vuole delle garanzie. Poi torna sù in Veneto, parla col Presidente dei biancorossi, decide di chiuderla lì. Sono sempre le stesse le sue parole in fin dei conti:“Credo che chiudere qui sia la cosa migliore, perché quello che abbiamo fatto è straordinario, è talmente bello che non voglio correre il rischio neanche per un solo istante di rovinarlo”.

Aveva rilasciato le stesse dichiarazioni, infatti, quando decise di lasciare la panchina del Catania nel maggio 2007. Era stato bravo, anzi bravissimo in quelle due stagioni alle falde dell’Etna. L’aveva scelto Pietro Lo Monaco, come successore di Nedo Sonetti. Non era un grande nome, ma poteva essere l’allenatore giusto. Chiese alla società di comprare l’intero pacchetto attaccanti dell’Arezzo che aveva allenato nella stagione precedente. Così arrivarono De Zerbi, Del Core e Spinesi, che si aggiunsero ad altri colossi per il campionato cadetto come Baiocco, Sottil, Mascara, Lucenti e Brevi.

Aveva a disposizione uno squadrone, ma non iniziò benissimo. I tifosi volevano già la sua testa, stanchi di vedere un Catania anonimo ed altalenante. Gli diedero dell’incapace, lo contestarono assiduamente, ma Pasquale si sedette sulla sua poltrona, quella delle sue riflessioni, quella su cui costruiva tattiche, formazioni e pensieri di tutti i generi. Così arrivò la svolta. Subito dopo quel tonfo assordante di Mantova, dove il Catania fu sconfitto con un sonoro 3-0, le ali di quella squadra si spiegarono in un volo di 6 vittorie consecutive, proprio quelle che diedero il via alla cavalcata vincente della stagione 2005-2006. Marino si rimboccò le maniche, cambiò modulo, riuscì finalmente a farsi seguire dalla sua squadra che divenne il suo specchio. L’esito finale fu uno dei migliori, anzi il migliore in assoluto: Catania promosso in Serie A dopo 23 lunghi anni!

L’anno dopo, ovviamente, Pasquale Marino venne confermato sulla panchina, alla guida di una squadra che ben presto sarebbe diventata  la rivelazione della Serie A 2006-2007. Il quarto posto nel mese di gennaio ed il bel gioco proposto dai rossazzurri, infatti, non furono cose da poco. Ma poi accadde la tragedia: l’ispettore Raciti perse la vita a seguito degli incidenti di quel maledetto 2 febbraio 2007, in occasione del sentitissimo derby Catania-Palermo. Così i rossazzurri vennero condannati a giocare a porte chiuse in campo neutro fino alla fine della stagione. La squadra calò maledettamente, potendo contare solo su sè stessa e non sull’apporto di quei tifosi che da sempre erano stati la sua forza. Ma Pasquale Marino non si diede per vinto e si riconfermò eroe all’ultima giornata contro il Chievo, in quella danza della morte che determinò la retrocessione dei clivensi a vantaggio degli etnei.

Adesso Pasquale Marino torna ad essere condottiero di un Catania che non vede più la luce da due anni a questa parte. Il Presidente Pulvirenti, otto anni fa, disse che quello dell’allenatore di Marsala non sarebbe stato un addio, bensì un arrivederci. E adesso, infatti, Pasquale e il Catania si rivedono. Si scambiano sguardi di rivincita, ma soprattutto d’amore. Un amore che fu e che sarà allo stesso tempo. Un amore così grande.

Insomma, siamo tutti con te Mister!

Federico Fasone

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