TANTO IMPEGNO, POCHE IDEE: NON INIZIA BENE L’AVVENTURA DI PETRONE
Tanto impegno, poche idee. L’esordio di Petrone sulla panchina rossazzurra non porta i frutti sperati. Lo 0-0 contro il Taranto al “Massimino” mette in evidenza pregi – per la verità pochi – e difetti di una squadra dove spicca ancora a chiare lettere il cartello “lavori in corso” .
Il tecnico napoletano opta per un ritorno alla difesa a 4 con Marchese centrale e il trio Mazzarani – Di Grazia – Russotto alle spalle di Pozzebon. Il leitmotiv dei primi 45 minuti è chiaro sin dall’inizio. Il Catania prova a fare la partita, il Taranto agisce prevalentemente di rimessa. I rossazzurri ci mettono tanto impegno, ma a latitare è la qualità della manovra. Mentre Mazzarani è disinnescato dalla ragnatela avversaria, ad accendere la miccia ci provano Di Grazia e Russotto. Poche le azioni degne di nota: al 19° ci prova Gil su imbeccata da calcio d’angolo, ma il suo tiro è respinto dal portiere avversario Maurantonio. L’azione più nitida della prima frazione di gioco porta la firma di Pozzebon che, a pochi passi dall’estremo difensore tarantino, manda a lato di un soffio. Per i pugliesi, da segnalare soltanto la punizione di Lo Sicco diretta all’incrocio dei pali, prontamente neutralizzata da Pisseri.
Nel secondo tempo, Petrone prova a dare la svolta con l’ingresso di Bucolo e Tavares, rispettivamente al posto di Scoppa e di uno spento Mazzarani. Cambiano gli attori, ma il canovaccio è sempre lo stesso. Nonostante il baricentro decisamente più offensivo, con 4 punte in campo, i rossazzurri faticano a trovare l’ingrediente giusto per sfondare la porta difesa da Maurantonio. Il Catania va avanti sull’onda di tentativi velleitari e lanci lunghi alla ricerca della coppia Tavares – Pozzebon. Proprio quest’ultimo, al minuto 84, ha sul piede l’azione del match: imbeccato da Di Grazia, a due metri dallo specchio della porta, il suo tiro è respinto da una prodezza di Maurantonio.
Si chiudono così le speranze del Catania e di mister Petrone che puntava ad ottenere bottino pieno al suo esordio al “Massimino”. Le attenuanti sono certamente dalla sua parte. In appena cinque giorni di lavoro era impensabile attendersi miracoli, con in particolare i nuovi arrivati ancora in cerca di una collocazione ideale nello scacchiere tattico rossazzurro. In tal senso, pertanto, gli otto giorni che precederanno la trasferta di Messina saranno un toccasana per trovare i giusti meccanismi. In attesa del tanto agognato cambio di marcia e soprattutto senza più alibi.
Antonio Longo
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