Sannino, Ventrone, Pulvirenti: il triangolo NO!
C’è un clima di tempesta in questi giorni a Torre del Grifo, di certo non per i cicloni che hanno attanagliato la nostra Isola il mese scorso, ma per divergenze e vicissitudini che stanno facendo traballare qualche sedia dei piani alti della dirigenza. Dopo l’ennesima sconfitta in trasferta, il Catania è la squadra che in Europa ha collezionato meno punti fuori dalle mura amiche, nel post partita ci sono state molte polemiche nate dalla cocente delusione, da parte dei tifosi e non, di aver visto volare via quei 3 punti che a 10 minuti dal termine sembravano ormai in tasca. Per sopperire ad una vera e propria sciagura continua di infortuni (arrivati a 29 in 17 giornate!) Sannino ha giocato l’ultima mezz’ora, di fondamentale importanza per le sorti della partita, con quattro ragazzi della primavera e con il resto della squadra in debito d’ossigeno, segno di una condizione fisica decisamente preoccupante. L’amara verità è che il Catania non ha mai giocato per più di due partite consecutive con la stessa formazione ed è facile pensare che il problema non sia di spessore tecnico, ma fisico. Lunedì mattina il presidente Pulvirenti ha puntato il dito contro il mister, in un’intervista dove lo accusava pubblicamente per le scelte adottate durante il match, “invitandolo” alle dimissioni. La squadra, dopo un lungo colloquio, sta totalmente dalla parte di Sannino così come i tifosi, che non si sentono più rappresentati da una società che cura solo i propri interessi trascurando quelli collettivi.
Se un lato del triangolo è rappresentato dall’allenatore, l’altro lato geometricamente opposto non può essere altrimenti rappresentato dal preparatore atletico Giampiero Ventrone, arrivato in pompa magna quest’estate per poi far ricredere tutti qualche mese dopo. Prima nello staff di Lippi nella Juventus campione d’Italia e poi nello staff della Nazionale nella spedizione azzurra in Germania, Ventrone era stato accolto con tutti i favori del pronostico e visto di buon occhio dai tifosi rossoazzurri come possibile soluzione alla precaria forma fisica che aveva caratterizzato la stagione precedente. Infortunio dopo infortunio la credibilità dell’ex braccio destro di Lippi è venuta sempre meno e altri campanelli d’allarme si sono attivati nella mente dei tifosi quando la società ha stretto rapporti con la Gea, società di Luciano Moggi, della quale ne fa parte lo stesso Ventrone. Vuoi vedere che lo stesso è diventato un “intoccabile” del presidente e del suo vice proprio grazie ai rapporti sempre più densi tra le due società?
Ultimo lato di questo triangolo, tutt’altro che amoroso, riveste i panni del presidente Pulvirenti che continua a difendere a spada tratta coloro che sono i principali artefici di questa disfatta, Cosentino e Ventrone; trascurando ogni rapporto con la tifoseria che chiede chiarezza sulle questioni che stanno sorgendo in società e additando il povero Sannino come principale artefice dei risultati finora conseguiti. Dove è finito quel presidente che a Bologna è scoppiato in lacrime per la salvezza ottenuta all’ultima giornata? Dove si è nascosto quel presidente che metteva davanti a qualsiasi tipo di interesse economico il Catania e i catanesi, prima di sfociare nella più assoluta arroganza e saccenza? E’ così utopistico pensare ad un cambiamento repentino dell’organigramma societario per salvare questa società sull’orlo di un altro fallimento sportivo?
Dario Marchese
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