QUATTRO ANNI SENZA PACE
Le gradinate del “Massimino” così vuote non si erano mai viste. Vuote come le parole dei giocatori che dopo ogni sconfitta promettevano un riscatto ed una continuità mai raggiunta. Svuotati anche i giocatori, a cui la società ha “tolto ogni alibi” con il cambio di allenatore, che sono apparsi in molti casi senza verve, senza cattiveria e voglia di vincere. E ci si domanda quali siano i motivi, se ci sono, sul perché la gente non riempia più gli spalti, come se le evidenze non bastassero.
Forse perché, cambiati giocatori e dirigenti, al di là dei proclami, in campo si assiste sempre allo stesso desolante spettacolo. La rincorsa alle concorrenti dopo aver subito penalità, con una media punti che vive di impennate ma poi torna a quell’1,2 che non consente nessun salto di gioia da ben 4 anni. Vuoi perché dopo le due retrocessioni, una sul campo ed una d’ufficio, si va allo stadio solo per moto d’orgoglio e per amore.
Altre umiliazioni fanno male, specialmente su ferite non rimarginate. I 17 punti di penalizzazione, che in questi due anni hanno trasformato il campionato in una estenuante scalata, sono sempre stati recuperati con gran velocità. Ma poi è mancato sempre qualcosa.
Il carattere, la mentalità, la corsa, tutto e niente, perché di belle prestazioni ne abbiamo pure viste, di cose che facevano sperare ad un futuro diverso. Vacui lampi di luce che ora pare si siano definitivamente spenti e che speriamo si riaccendano per non dover rischiare, in caso di sconfitta contro il Monopoli, di lottare nelle ultime giornate per star fuori dalla zona play-out. La società le sue battaglie economiche sta cercando di vincerle. La squadra, invece, vinca almeno l’ultima sul campo.
(Fonte foto: calciocatania.it)
Simone Caffi