QUANTO PESA LA FATICA DELLE PRIME PUNTE?
Non è certamente un girone di ritorno memorabile quello appena disputato dal Catania. I rossazzurri hanno ottenuto solamente 14 dei 39 punti a disposizione, garantendosi un trend di dignitosa resistenza al vortice retrocessione. Sono molte le cause che condannano l’Elefante a questa posizione di classifica: il cambio d’allenatore, la preparazione atletica, i grandi problemi societari. Ma un numero su tutti, il numero 9, è il manifesto di una stagione iniziata male e continuata peggio.
Sono 9 infatti i gol realizzati nel girone di ritorno dal Catania, ma non solo. 9 è anche il classico numero dell’attaccante d’area, componente della squadra di cui si soffre l’assenza. Nonostante i due gol consecutivi realizzati Caetano Calil, il migliore dei realizzatori in rosa, vive un momento di flessione che dura ormai da due mesi circa. Degli 11 gol stagionali del capitano, nemmeno la metà sono stati messi a segno nella seconda parte di stagione e questo ha prodotto un drastico calo delle prestazioni.
Chi crede che le realizzazioni dipendano solamente dal gioco, probabilmente dimentica che non è certo facile muovere la palla tenendo il baricentro bassissimo, a causa dell’incapacità degli attaccanti di tenere palla e far salire la squadra. Aspetti importanti dunque che risultano essere, metaforicamente, un cane che si morde la coda. Cambiando le caratteristiche della punta centrale, purtroppo, il risultato non cambia. Infatti l’età e la forma fisica hanno fortemente influenzato la stagione di Gianvito Plasmati, autore di 3 reti. Il buon Vito si sbraccia, corre e lotta, ma gli infortuni lo perseguitano e la sua fisicità, caratteristica principale, viene meno.
Terzo ed ultimo in ordine di preferenza è Lupoli, al quale sono state date alcune occasioni importanti da titolare per dimostrare d’essere quel giovane brillante ex Arsenal che era e che difficilmente sarà più. Anche l’ultima volta che è stato chiamato in causa a Foggia, però, ha deluso le aspettative nascondendosi per gran parte della sua partita dietro le maglie avversarie, tanto da essere sostituito al 45′.
Forse non è questo il parco attaccanti che può permettere all’Elefante il salto di qualità, ma è quello attraverso il quale bisogna raggiungere la salvezza.
Carlo Maria Castiglione
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