MERCATO IN STILE PELLEGRINO

Finita la sessione invernale di calcio mercato, adesso la parola – o meglio, la palla – torna nuovamente al campo, in vista di un vero e proprio tour de force che vedrà i rossazzurri affrontare, ben 8 gare fra il 3 febbraio e il 7 di marzo.

Guardando indietro, questo mese di gennaio ha visto disputate sole 3 partite, complice il rinvio del match a Pagani causa impraticabilità del terreno di gioco: eppure il mese appena messo alle spalle è stato fra i più intensi, con un calcio mercato mai così strano e mai con così tante incognite legate soprattutto ad un momento di crisi generale dovuta alla pandemia mondiale. Alla falde dell’Etna, in più, c’è stato il passaggio di testimone ai piani dirigenziali rossazzurri, con l’acquisizione del club da parte di Joe Tacopina.

Quali erano le direttive? In primo luogo un forzato “mercato zero”, un mercato possibile solo a seguito di cessioni, non solo dal punto di vista economico, ma anche per la questione lista, con un massimo di 22 calciatori di movimento. In secondo luogo, bisognava mantenere una funzionalità del gruppo verso l’obiettivo di stagione. Tutto questo, lavorando in stretta sinergia col tecnico per puntellare la rosa, senza trattenere gli scontenti o chi non era parte integrante del progetto, e cercando di cogliere opportunità per dare continuità agli ottimi risultati tecnici avuti fin qui.

In uscita, via da subito Gatto, Emmausso, Piovanello e Vicente: operazioni che hanno accontentato sia i calciatori, alla ricerca di maggior minutaggio, sia per dare respiro alle casse societarie. Più frastagliata la vicenda riguardante Mazzarani, cui grane burocratiche si sono risolte solo nelle ultime battute di mercato, chiudendo una situazione che stava penalizzando tutti, anche il mercato in entrata nonostante fuori lista, dato l’importante ingaggio di cui si doveva fare a meno prima di chiudere trattative di un certo peso.

Capitolo più delicato quello relativo ai catanesi doc. Offerta troppo importante quella per Pecorino, diventata più di una tentazione per l’ormai ex “gioiellino” rossazzurro. Sarebbe stato forse un errore, date le circostanze, trattenere un calciatore impedendogli di cogliere un’opportunità di quelle che ti possono capitare una volta nella vita. Discorso simile per Biondi: al di là delle vicende legate al mancato rinnovo, forse anticiparne la partenza è stato un bene per entrambi. Raffaele è stato chiaro, il gruppo va avanti solo se compatto e impermeabile a vicende che esulano dai 90′ di campo. Salutano anche Noce, in prestito al Potenza, e Pellegrini, che nella serata di ieri, ha risolto il contratto coi rossazzurri e in questi giorni cercherà una nuova sistemazione.

Anche in entrata il mercato offre svariati spunti e chiavi di lettura. Gli arrivi sono tutti passati al vaglio del mister, nessun arrivo tanto per arrivare. Da subito, blindata la difesa con l’arrivo di Sales e Giosa, già allenati da Raffaele, e subito in grado di farsi trovare pronti diventando parte dell’identità del gruppo. Ma è l’attacco il reparto ad essere stato maggiormente rinforzato, con i ritorni di Russotto e Di Piazza e gli innesti di Golfo e Volpe. Impatto notevole dei primi due, al pari dei già citati neo acquisti in difesa. Mercato oculato, che danno svariate soluzioni su come meglio modellare la zona avanzata, date le differenti qualità dei singoli.

Si è a lungo discusso della necessità di arricchire ulteriormente il pacchetto offensivo, e non intervenire a centrocampo, reparto che sembrava averne maggiore necessita. Un reparto mediano che conta di 5 nomi per 2 o 3 posti in campo, a seconda del modulo che deciderà di adottare di volta in volta il mister, a fronte di ben 8 uomini per 3 posti nel tridente offensivo. Perplessità condivisibili, ma che vanno meglio approfondite. Si sarebbe voluto agire in mezzo, due erano i nomi sul taccuino, cui passo definitivo si attendeva solo la cessione di Mazzarani. Ma gli infortuni di Russotto e di Piccolo soprattutto, il quale starà lontano dai campi per almeno un mese, hanno stravolto i piani originari, date le 8 partite da disputare nel giro di un mese.

Al netto della vicenda Zuculini, incerta nel se e nel quando, è stato un mercato che non ha visto l’arrivo di nessun pezzo da 90, quei paventati calciatori provenienti da categorie superiori. Qualche tentativo c’è pure stato, ma senza mai un affondo decisivo, e forse è anche meglio così. Non si lotta per vincere il campionato, non avrebbe avuto senso lavorare su colpi decisamente onerosi adesso, specie in un Catania che vede nella forza del gruppo la propria forza, e che avrebbero potuto avere l’effetto contrario, destabilizzando un gruppo coeso anziché perfezionarlo.

Già, perché mercato non è solo una serie di nomi che arrivano ed altri che escono. È un periodo a momenti infinito, dove servono due grosse spalle per tenere l’ambiente dentro una bolla e continuare a lavorare al meglio, a cui si aggiunge un quasi esasperante cambio di proprietà. È lecito dire che un voto al mercato (come periodo) va dato anche al mister, e che come ha dimostrato domenica, e con le forti risposte dei nuovi, un bel 10 lo merita?

Gabriele Di Mauro

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