MAZZARANI- CATANIA: EPILOGO AMARO

Un amore forse mai sbocciato completamente e conclusosi nel peggiore dei modi. Finisce così la love story tra Catania e Andrea Mazzarani. Una storia d’amore fatta di scontri e critiche ma anche di riavvicinamenti travolgenti, prestazioni di primo livello e reti: in questo campionato grazie alla freddezza sotto porta del centrocampista originario di Roma, il Catania aveva macinato punti pesantissimi fuori casa. Lui, probabilmente, uno dei principali fautori nello scatto che a inizio stagione ha portato i rossazzurri alle spalle della capolista Lecce.

Da lì in poi non sono mancati i periodi di ombra, ma Andrea ha sempre saputo rispondere presente alla chiamata di mister Lucarelli, risolvendo situazioni difficili e non facendo mancare il suo contributo ai compagni.

Il finale di questa bellissima storia, al contrario di quello che era pronosticabile, è però da incubo. Di quelli che non ti aspetti.

Nei momenti decisivi di questi play-off Mazzarani ha fatto mancare la sua proverbiale freddezza sotto porta: da un gol sbagliato all’andata proprio col Siena, al rigore che ha spento le speranze etnee di raggiungere la finale nella gara di ritorno.

Quella relazione così complicata con il dischetto, forse quella, è il più grande rimpianto dell’Andrea rossazzurro. Prima di questo penalty il numero 32 ne aveva sbagliato altri due importantissimi: il primo nella stagione 2016/2017 contro la Fidelis Andria, il secondo nella scorsa stagione, in quel disastroso Akragas-Catania che vide l’esonero di Pino Rigoli. All’epoca a difendere i pali degli agrigentini lo stesso Pane, portiere classe ’90, che ieri ha festeggiato l’approdo in finale con il Siena.

Corsi e ricorsi storici, che visti a posteriori portano i segni della predestinazione, del finale già scritto. Nel frattempo il futuro del centrocampista romano sembra essere lontano dalle falde dell’Etna, anche se le vie del mercato restano infinite e nulla può ancora definirsi certo.

Resta solo un dato sicuro: amaro, è tanto amaro, sbagliare dagli undici metri. Specie in quei rigori che significano tutto.

Simone Caffi

 

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