MATTEO DI PIAZZA: BOMBER TRASCINATORE

Quando di mestiere fai l’attaccante l’unica ragione che giustifica la tua presenza in campo, alla fine di tutto, è quel tanto desiderato gol. La giustifica per primo a te stesso attaccante, messo lì davanti ad attendere una qualsiasi palla che arrivi dalle tue parti, mettendoti sulle spalle spesso e volentieri l’intera responsabilità della partita. Si sa, un gol preso, a meno di clamorosissimi ed evidenti errori individuali, è “colpa della squadra”, mentre un gol non fatto è sempre e solo colpa dell’attaccante. Un attaccante è il ruolo che ogni bambino vuole interpretare, ed è cosa frequente che nelle scuole calcio tra 20 bambini iscritti, 19 siano attaccanti ed uno solo è quello che ha già deciso di voler fare il portiere, accomunati tutti dalla voglia di fare gol, o di parare e non farlo fare. Così il centravanti è chiamato a fare gol, ma accade tante volte che il solo desiderio di volerlo a tutti i costi non basta: ed ecco dunque il rovescio della medaglia celato dietro all’immagine gloriosa del bomber che esulta, cioè la tradizionale messa in discussione. Ecco Matteo Di Piazza, l’uomo messo in discussione per eccellenza. Durante la sua carriera dopo aver fatto l’exploit in Serie D col Vittoria non è poi subito riuscito a trovare il giusto feeling una volta compiuto il salto in Serie C, con un notevole avvicendarsi di “mordi e fuggi” indossando svariate casacche senza mai riuscire ad imporsi, forse perchè nessuno ha davvero fino in fondo creduto in lui, forse non era riuscito ancora a trovare l’ambiente adatto. La svolta positiva sembrava essere arrivata durante la stagione 2011/2012, quando con ben 5 reti contribuì al raggiungimento dei play off con la Pro Vercelli, culminati con la conquista della Serie B. Ancora una volta patì il salto di categoria e, rispedito ancora in C, trova la consacrazione con la maglia dell’Akragas, convincendo l’anno successivo il Vicenza, allora in Serie B, a dargli un’altra chance. Le troppe poche opportunità da titolare convicono però Di Piazza a tornare nella categoria che è riuscita più di tutte a valorizzarlo, centrando con Foggia e Lecce ben 2 promozioni dirette in B, dove pare avere una nuova chance, col Cosenza stavolta. Ancora una volta non trova la giusta fiducia e l’impiego avuto non è quello sperato, così arriviamo a Gennaio scorso, quando fu accolto (riaccolto per esattezza) proprio a Catania tra mille perplessità determinate da rapporti tutt’altro che idilliaci sia con la tifoseria rossazzurra che con la squadra stessa, non essendo state rare le volte in cui il bomber di Partinico non abbia scelto di scrollarsi qualche sassolino dalle scarpe o provocare con qualche dichiarazione proprio la squadra etnea. Per il numero 32 la situazione è quella di sempre: i gol ci sono, ma anche quelli che non mette invece a segno, i quali uniti a quanto detto in precedenza, hanno finito col mettere l’ex Lecce nuovamente dentro al calderone di quelli in discussione. Proprio ieri sera, dopo aver fallito ben 2 occasioni davvero ghiotte durante la prima frazione di gara, le dita di gran parte dei tifosi erano rivolte verso di lui, fino a che, quello stesso ragazzo di 31 anni, sfruttando un tocco di tacco fornito da Curiale, si lancia in avanti col pallone, correndo per 40 metri presentandosi davanti al portiere avversario ed insaccare all’angolino opposto con un perfetto sinistro ad incrociare. Altro gol pesantissimo, altro sigillo determinante, il terzo durante questa fase delicatissima per il Catania, e che vale la qualificazione al prossimo turno. C’è tutto ciò nel tris di Matteo Di Piazza, dalle spalle larghe di un centravanti che riesce a mantenere la lucidità dopo alcuni vistosi errori, alla personalità di un attaccante sfrontato che fa esplodere l’entusiasmo di una squadra intera e di una tifoseria che sarà pronta ad accompagnarla anche nel prossimo capitolo di questa stagione decisamente pazza.

(fonte foto: calciocatania.it)

Gabriele Di Mauro

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