LUCARELLI: “UN CATANIA PIRATA? MI PIACE!”
Ecco come ha risposto l’allenatore del Catania, Cristiano Lucarelli, alle domande dei giornalisti, durante la consueta conferenza stampa settimanale:
“Io dico subito che la Sicula Leonzio nelle due partite che abbiamo già disputato con lei, è la squadra che ha portato più ‘a nudo’ alcuni difetti che abbiamo. Sarà la partita più difficile da qui alla fine del campionato […] A differenza delle altre squadre che hanno giocato 15 partite in trasferta e tre in campo neutro, noi ne abbiamo giocate 18. Non mi si venga a dire che giocare con la Sicula Leonzio a Lentini davanti alle 5000 persone, è uguale che giocare al Massimino davanti a 200 spettatori, non mi si venga dire che giocare con la Juve Stabia a Caserta, in campo neutro, sia uguale che giocare a Castellammare di Stabia. Ho sentito anche qualche chiacchericcio riguardo alla sfida con l’Akragas, non vorrei fossimo costretti a giocare da qualche altra parte. La partita è difficile, già Diana l’anno scorso ha tirato dei brutti scherzi al Catania. È una partita ad alto coefficiente di rischio, se dovessimo riuscire a vincere avremmo passato l’ostacolo più duro da qui a maggio. Io penso che il nostro equilibrio tattico ci ha dato un ottimo riscontro sul campo. La nostra squadra, mi pare, sia quella che è andata a segno di più nelle 23 partite. Se non subiamo gol, qualcosa in attacco la inventiamo sempre. È un dato importante che da un’indicazione di un certo tipo, noi forse all’andata arrivammo contro la Sicula un po’ troppo sicuri: da quella gara abbiamo avuto un po’ di apprensione e sono crollate alcune nostre certezze. Spero che questa ‘maledizione’ si concluda domenica con una prestazione che deve essere grande nell’approccio, sia dal punto di vista tattico, tecnico, fisico che mentale nell’arco di tutti i 95 minuti. Se noi riusciremo a capire quello che troveremo e immaginarcelo, a livello di entusiasmo, dalla loro voglia di battere il Catania e alla loro volontà di correre per farlo. Se arriviamo lì consapevoli di queste difficoltà, riusciremo a esaltarci.
Il Lodi mezzala visto contro il Siracusa deriva dall’esigenza della partita. Noi sapevamo che il trequartista avversario Catania avrebbe marcato stretto il nostro numero 10 non permettendogli le sue giocate. Abbiamo fatto giocare Biagianti lì poichè garantisce a questa squadra di poter giocare a 4 in difesa, perché lui spesso diventa un difensore aggiunto quando non abbiamo il possesso di palla. La Leonzio gioca il 4-3-3, difficile perciò che ci sarà qualcuno incollato a Lodi. Tuttavia, lui nel ruolo di mezzala può essere decisivo, infatti, un conto è cercare di verticalizzare sugli attaccanti a 70 metri dalla porta avversaria, un conto è a 20 metri. Una soluzione che teniamo in conto anche per sabato quindi.
A me neanche sulla carta sembra facile la partita. La Leonzio era a un punto dai play-off sebbene abbia giocato sempre lontana dal proprio stadio. Nelle due partite precendenti abbiamo compreso come i lentinesi contro di noi poi riescano a dare qualcosa in più: questa è la magia o la sfortuna di chiamarsi Catania. Quando giocano contro di te tutti raddoppiano o triplicano le forze. Il fatto che ci siano difficoltà però non vuol dire che noi non siamo attrezzati per vincerla. Noi abbiamo una forza tale che possiamo superare queste difficoltà, come è successo con alcune squadre che ci precedono. Abbiamo rispetto dell’avversario, ne parliamo perché così troviamo il modo di conoscerli. Non mi dispiace, per esempio, l’assenza di Marano della Sicula, perché ha dei tempi di inserimento eccezionali, ogni anno arriva in doppia cifra, pare abbia la calamita e la palla in area di rigore pare cerchi lui. Non è antisportività ma è per far capire come sia una partita che va presa con le molle.
Le foto che abbiamo visto sulle condizioni del campo non sono rassicuranti. Sarà una partita più di spada che di fioretto. Bisognerà valutare bene i giocatori per affrontare questo tipo di situazioni, campo compreso.
Vista l’esperienza di Lecce credo che Russotto vada gestito per evitare ricadute. Ci vuole la massima lungimiranza dato che mancano due mesi alla fine del campionato. Lo convocherò e lo metterò in panchina per fargli vivere la partita con noi, ma da lì a dire che sia a disposizione non mi voglio pronunciare. HA fatto appena due allenamenti con noi, per me essere a disposizione significa altro. Io spero che di Grazia possa tornare allenarsi con la squadra, visto lo scontro fortuito con Bogdan nel primo allenamento della scorsa settimana. Non so se oggi si potrà allenare con noi o proseguirà con il differenziato.
Quando si prende una decisione e decidi di far parte del mondo del calcio dai per scontato che verrai giudicato solo dai risultati e forse è giusto anche così. Dipende come si interpreta il proprio mestiere: se uno lo fa freddamente da professionista, non si affeziona all’ambiente dove lavora o ai suoi ragazzi, è vuole solamente timbrare il cartellino è un conto. Se vivi la tua professione con passionalità amore, carattere e purezza puoi passare per quello più superficiale, incazzoso. Ognuno deve essere sempre sé stesso, nella buona e nella cattiva sorte. Io sono un passionale che vivo l’ambiente, la partità la squadra, e posso andare sopra le righe ma fa parte della mia persona. Lo stesso discorso va per Astori. Il mondo del calcio è un po’ superficiale perché è legato ai risultati: se vinci allora sei onesto bravo, sei intellettuale, sei tutto. Se perdi sei il contrario di tutto questo.
Un ‘Catania pirata’ è una bella definizione. Tutti gli avversari ci vogliono fare la pelle. Noi dobbiamo andare a letto con questo pensiero fin dal lunedì, gli altri contro di noi hanno l’occasione della vita e non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno. Generalmente, i pericoli maggiori li abbiamo avuti proprio dopo risultati o periodi positivi. Dobbiamo essere molto attenti perché giocano con il 4-3-3, ma con due esterni a piede invertito che tendono sempre a venire nella zona dei centrali avversari per lasciare lo spazio di inserimento ai loro esterni di difesa. Loro sono più garibaldini rispetto a noi, portano tutti e due gli esterni di difesa ad accompagnare l’azione e quindi lasciano tante situazioni di parità o inferiorità numerica in alcune fasi del match. Non giocano in ampiezza ma vengono sotto la punta e spesso lì si crea densità per sfruttare di più gli esterni difensivi sulle fasce.
Nelle ultime tre settimane abbiamo cambiato metodo di lavoro, siamo al rush finale. Facciamo molti lavori ad alta intensità sulla reattività. La squadra domenica quando si è sciolta dopo il primo quarto d’ora in cui eravamo un po’ contratti, da lì in poi siamo venuti su molto beme. Spesso in casa ho la sensazione che si vada un po’ più piano, in verità è che la palla viene rallentata dalle condizioni del campo non ottimali. Questo lavoro degli ultimi mesi, dal punto di vista della reattività, sicuramente ci darà qualcosa di più”.
Redazione Catania Channel
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