L’ANSIA… DA ISCRIZIONE

Il 24 giugno come data di scadenza perentoria che può significare dentro o fuori, esistenza o oblio. Perché il campo, l’amato rettangolo verde con le sue emozioni, insidie, gioie e paure è sempre e solo giudice di sé stesso, può raccontare la costruzione di una fortezza inespugnabile che poi fuori, lontano dai riflettori, crolla per mancanza di fondamenta economiche e dirigenziali.

Più di uno, infatti, sono i “conti” da fare a fine stagione. Non solo quelli che riguardano i calciatori promossi e bocciati, gli allenatori bravi o meno bravi, ma anche quelli riferiti ai numeri, agli stipendi, agli emolumenti da versare, alle rate e le scadenze da rispettare. Fatti che non hanno niente a che fare con il calcio ma che finiscono col risultare fondamentali sul futuro di una squadra, di una società e per estensione di una tifoseria.

Perché quando questi conti non tornano, quando si è andati al di là delle proprie possibilità finanziarie o semplicemente si vuole smettere di investire nel sistema calcio, i risultati del campo non contano niente: lo sanno bene Foggia, Siracusa, Lucchese, e Albissola che a dispetto delle stagioni disputate potrebbero non avere più un futuro. Compagini che vanno a rinfoltire le fila di un gruppo ormai incalcolabile ma costante di società che ogni anno non riesce a rispettare i giusti paletti imposti dalla Lega per effettuare le iscrizioni. A dimostrazione, come se ce ne fosse bisogno, che il sistema calcio è ormai un circuito chiuso destinato a proporre ciclici fallimenti.

È da questi dati che comincia il racconto mitologico di una delle prassi che dovrebbe costituire la quotidianità, fatta di rispetto di regole e date utili per una sana competizione, e che invece si trasforma in arma di terrore di massa: “la squadra si è iscritta al campionato” diventa un atto di estrema capacità e di bravura, da sfoggiare ed esaltare.

Da questo gioco l’appassionato ne esce piegato, quasi genuflesso, nel ringraziare chi gli offre la possibilità di continuare a vedere le partite della propria squadra. Un meccanismo che anziché essere a servizio del tifoso finisce così per bistrattarlo.

E inevitabilmente a farlo stancare di seguire questo bellissimo sport.

Redazione Catania Channel

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