LA CORSA RICOMINCIA

Si doveva tornare a vincere anche in mezzo alle polemiche, alle difficoltà e alla valanga di infortuni. Lo si è fatto, in maniera quantomai larga ed eclatante, con un quattro a zero che racconta di una gara dominata in lungo e in largo dai rossazzurri i quali, rigore a parte, non hanno mai sofferto la Cavese. L’avversario non quello dei più ostici, a dire la verità, ci mette veramente poco a cadere sotto la scure del calcio di punizione ( anzi dei calci di punizione) di Lodi che già dopo pochi minuti mette la gara in discesa, con i campani che nel tentativo di rimettere in piedi la baracca si sono scoperti in più di una circostanza.

Il 4-3-3 è lo schema nelle corde di questo Catania e lo si nota soprattutto nella sicurezza dei suoi interpreti, in particolare sugli esterni dove in pratica non c’è storia: Di Molfetta, Mazzarani, ma anche i due terminali bassi Calapai e Pinto sanno ormai come e quando poter colpire per far più male all’avversario, con molti cross che quasi sempre hanno messo in difficoltà la difesa avversaria. Dal canto loro gli ospiti sono sembrati troppo approssimativi in alcune coperture difensive, specie in occasione del raddoppio di Di Piazza che dopo un lancio centrale è stato lasciato libero di stoppare e tirare. Una libertà d’azione che difficilmente sarebbe stata permessa da altri reparti difensivi di questo girone.

La Cavese in altre parole è sembrato l’avversario adatto per ricominciare a giocare, con il consueto palleggio, e accumulare punti utili per la lotta alla promozione, l’obiettivo fondamentale da raggiungere in questa stagione. In attesa di dimostrare il proprio valore anche con le squadre più attrezzate del girone, il vero salto di qualità che attende questa squadra nelle prossime giornate.

Perché si può e si deve fare. Basta lasciare che questi nuvoloni neri si dissolvano per trovare un po’ di serenità e con la lucidità mentale ritrovata, non commettere più gli errori marchiani dell’ultima uscita contro il Monopoli.

Finora infortunati e sfortunati, magari, ma adesso è tempo che i “perché” superino qualsiasi “come”.

Simone Caffi

(fonte immagine: calciocatania.it)

 

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