“FULMINI E SAETTE”: LA RIVOLUZIONE TARGATA LO MONACO
Chiuso il calcio-mercato è tempo di tirare le somme. Si tratta di una vera e propria rivoluzione rossazzurra con pochissimi elementi confermati. Lo Monaco è tornato, ed in grande stile ha portato avanti un calciomercato che ha visto ben 26 operazioni in entrata e più di 30 in uscita.L’operazione più complicata ed importante è stata, senza dubbio, la risoluzione consensuale del contratto – fin troppo oneroso per le casse del Catania – di Alessandro Rosina. L’ex numero 10 etneo, dopo un lungo tira e molla riguardo alla buonuscita di circa 250 mila euro richiesta al club di Via Magenta, ha raggiunto l’accordo per accasarsi a cifre molto più elevate alla Salernitana. Fuori dal progetto, ma ancora in organico, sono il catanese Giuseppe Russo ed Emanuele Tortolano, entrambi in rossazzurro la scorsa stagione, entrambi scartati a stagione in corso dalla vecchia dirigenza etnea.
Le note più positive riguardano i ritorni di due protagonisti delle cavalcate rossazzurre in Serie A. Il primo grande ritorno è stato quello di Marco Biagianti. Storia fiabesca quella del centrocampista fiorentino che veste nuovamente la fascia di capitano al braccio. In questa stagione, sarà lui il leader che dovrà trascinare i compagni verso grandi traguardi. Subito dopo è arrivato l’acquisto di Michele Paolucci. “Welcome back to the city” per l’eterna promessa scuola Juventus. L’attaccante, aveva lasciato il Catania sette stagioni addietro ed era stato grandissimo protagonista dell’avvio di campionato con Zenga in panchina. Un altro ritorno, è invece quello del catanese Rosario Bucolo. Quest’ultimo, cresciuto nella Primavera etnea, ha fatto il suo ritorno dopo avere risolto il contratto firmato col Catanzaro pochi giorni prima. Non va dimenticato anche il golden boy Andrea Di Grazia, reduce dalla parentesi molto positiva all’Akragas proprio con Rigoli in panchina. Russotto e Bergamelli invece, sono rimasti nonostante le offerte ricevute (Padova e Parma). Conferme che indicano grande solidità nelle scelte tecniche del trio Marino, Argurio, Lo Monaco.
Parecchi stranieri nell’undici titolare guidato da Pino Rigoli. L’amministratore delegato ha pescato da tutto il pianeta costruendo, mattone dopo mattone, uno spogliatoio abbastanza dissimile. Un portoghese nato in Brasile (Gladestony, centrocampista), un brasiliano (Drausio, difensore) un argentino (Scoppa, centrocampista) con passaporto italiano, uno spagnolo (Martinez, secondo portiere) ed infine un serbo con passaporto portoghese (Djordjevic, terzino). È italiano, anche se è nato in Senegal, il difensore David Mbodj.
Reintragrato De Rossi, il Catania ha operato quasi sempre con acquisti a titoli definitivi. Piscitella, scuola Roma, è uno dei pochi ad essere atterrato alle falde dell’Etna in prestito. Domenico Di Cecco, invece è il calciatore più esperto della rosa mentre il titolare più giovane è il terzino Nava sul quale sembra che Rigoli punti molto.
Le ultime operazioni in ordine temporale, riguardano la cessione di Falcone e l’arrivo dell’attaccante Giuseppe Sibilli, ex Siracusa, che però deve riprendersi da un grave infortunio. Sulla carta, quella rossazzurra sembra una squadra costruita per stare al vertice, ma il popolo etneo non vuole più illudersi. Adesso, parola al campo. Finalmente.
Marco Zappalà
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