DISTRAZIONI O “MAL DI AYA”?

Tanti, troppi gol presi. Che un gioco improntato all’attacco portasse con sé il rischio di subire un maggior numero di reti era cosa ampiamente prevedibile, in particolar modo in un campionato come quello di serie C, categoria in cui la maggior parte delle squadre si barrica in difesa per poi ripartire in contropiede. Paradossale però che in alcune gare, di cui quella del Granillo è solo l’ultimo esempio, lo scoprirsi, il prestare il fianco all’iniziativa avversaria non abbia portato un’altrettanta prolificità in zona rete. Non solo: spesso e volentieri gli etnei, sebbene tutti concentrati e raccolti in fase di non possesso, hanno comunque sofferto gli avversari non riuscendogli ad impedire di finire a tu per tu con Furlan.

Mbende, Esposito, Silvestri, Noce, cambiano le facce ma non lo spartito di un reparto arretrato che si è talvolta lasciato trafiggere a causa di errori banali. Errori che in trasferta hanno portato all’impietoso dato delle 10 reti subite e delle 3 sconfitte, imprecisioni che sistematicamente si ripropongono e che non possono lasciare dormire sogni tranquilli a mister Camplone. Se non altro perché queste amnesie -che avvengano in marcatura su calci piazzati o per coperture sbagliate – sono tra di loro molto simili e riproposte da giocatori sempre diversi.

Problema di reparto o troppa disattenzione dei singoli? Solo e soltanto all’allenatore spetta ritrovare il bandolo della matassa. E soprattutto porvi rimedio.

Dal gioco, certo, ma anche dal ritorno della solidità difensiva passa il futuro di questo campionato. E soprattutto del sogno chiamato Serie B.

Simone Caffi

(fonte immagine: calciocatania.it)

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