COSÌ SI VINCE
Quello che si chiedeva, finalmente sul campo. Buona organizzazione di gioco, pressione e attenzione costante unita a qualche bella giocata: la strada per il miglioramento è lunga, intervallata da lanci lunghi un po’ casuali e giocate da rivedere, ma la strada imboccata è senza dubbio quella giusta. L’Avellino è stato battuto con una prestazione maiuscola sia sul piano del gioco che fisico, fatta eccezione per gli ultimi minuti della partita.
Una piccola ruga perdonabile all’ottimo lavoro di chirurgia calcistica messi in atto da Raffaele e il suo braccio, mister Cristaldi. Una miglioramento dell’espressione di gioco che è passata, neanche a dirlo, da un’esplosione dei singoli che finalmente sono riusciti a esprimersi come ci si aspettava da loro: da Pecorino, abile a lottare con tutta la difesa avversaria e farsi trovare in zona rete, ai vari Reginaldo e Welbeck, quest’ultimo l’uomo ovunque del Catania, ma anche Maldonado, Pinto, Zanchi e tutto il reparto difensivo.
Completa il quadro l’ennesima “sorpresa” tra i pali, il giovane di belle speranze Confente. Anche se l’estremo difensore rossazzurro non ha mai dovuto preoccuparsi delle sparute discese offensive avversarie, nelle uscite e nei tiri da fuori si è fatto sempre trovare preparato. Poco o nulla, probabilmente, poteva invece nell’azione del gol di Maniero sul finale. Santurro prima, poi Martinez e ora il giovane classe ’98, sono sempre risultati all’altezza a dispetto delle difficoltà: segno che la dirigenza ci ha visto bene, anzi benissimo, per quanto riguarda la porta a partire dal preparatore Armando Pantanelli.
Questa mentalità e il gioco ritrovato, se confermato contro il Bisceglie, potrebbero portare a un vero e proprio salto di qualità, dato che adesso il Catania si trova a 16 punti, ottavi ma con una partita in meno e con due punti di penalizzazione. In piena corsa per gli obiettivi stagionali.
Ma con una speranza in più derivata dal calcio che questa squadra, seppur in emergenza, è capace di esprimere.
Caffi Simone