IL CATANIA E’ TORNATO (ANCHE SUL CAMPO)

La parola d’ordine era “ripartire”. E così è stato. Con il cuore, con i nervi e (è doveroso sottolinearlo) con l’intuito di Lucarelli che nel secondo tempo ha completamente cambiato volto a una squadra apparsa nel primo tempo nervosa e impacciata.

Una prima frazione caratterizzata sì da tre nitide occasioni, ma anche da una manovra farraginosa e priva di fluidità. Il 3-5-2 messo in campo dal tecnico toscano – con Ripa e Barisic di punta – risulta troppo prevedibile e viene facilmente neutralizzato dalla retroguardia aretusea. Scorrono così i primi 45 minuti, tra le non poche perplessità del pubblico accorso al “Massimino” che si aspettava un impatto diverso sulla partita dopo il tonfo di Monopoli.

Ma al rientro dagli spogliatoi la musica cambia. Il Catania impaurito del primo tempo lascia spazio ad una squadra con il coltello tra i denti, con la testa finalmente libera dai fantasmi del passato. L’ingresso di Di Grazia e Manneh, con il conseguente ritorno al 4-3-3, restituisce nuova linfa alla manovra, con Lodi libero di inventare tra le linee. La tavola per il gol sembra quindi apparecchiata. Manca solo l’ingresso di Curiale che al 69° sfrutta immediatamente l’imbeccata di Lodi e con un pallonetto trafigge Tomei. Ma il Catania non si esaurisce col gol. Gli uomini di Lucarelli dimostrano di saper soffrire e si rendono pericolosi in ripartenza, soprattutto grazie ad un indiavolato Manneh. Catania-Siracusa finisce così 1 a 0.

Una vittoria fondamentale in chiave classifica, certamente. Tenere a distanza il Trapani era priorità assoluta. Ma ciò che conta principalmente è aver scacciato i fantasmi di due settimane trascorse sul filo dei nervi. Come ribadito recentemente in conferenza stampa dal direttore Pietro Lo Monaco, il Catania è tornato. Stavolta anche sul campo.

Antonio Longo

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