CATANIA-LECCE: LE PAROLE DEI PROTAGONISTI
Biagianti, Marchese, Russotto. Il Catania cala il tris e travolge il Lecce. 3-0 netto e senza storie da parte dei rossazzurri, che volano a quota 4 punti in classifica e si rilanciano prepotentemente nelle zone alte della graduatoria. Entusiasmo e soddisfazione in casa etnea, come testimoniano le dichiarazioni rilasciate dai protagonisti nella mixed zone del “Massimino”.
Cristiano Lucarelli: “Avevo attaccato la squadra dal punto di vista mentale dopo Caserta e devo dire che dopo stasera sono contento perchè ho visto una squadra “maschia”. Sono contento della prestazione del Catania del primo tempo, un pochino meno contento del secondo tempo per aver smesso di aver fatto la partita: tuttavia, mi è piaciuto lo spirito di sacrificio dei miei ragazzi che hanno saputo soffrire nella ripresa quando il Lecce ha spinto sull’acceleratore. Ritengo il Lecce la squadra più forte del campionato, perchè hanno fatto 27 punti in più di noi la scorsa stagione e hanno puntellato la formazione con acquisti di grande spessore come Di Piazza, Di Matteo e Armellino. Per noi stasera la partita non valeva un campionato, certo forse una sconfitta avrebbe creato dei malumori ma non avrebbe deciso nulla: vedasi la clamorosa disfatta dell’Alessandria dello scorso anno. Dal punto di vista tattico siamo stati perfetti, abbiamo fatto un pressing infernale mandando Lodi a prendere addirittura il loro regista Arrigoni. Magari dobbiamo sbagliare di meno l’ultimo passaggio e gli attaccanti devono impegnarsi di più ad attaccare il primo piano. Le risposte, nel complesso, sono comunque abbastanza positive. Sono già preoccupato per la gara di Francavilla, credetemi (n.d.r.). Mi ritengo soddisfatto per essere rimasto coerente con me stesso, perchè ho mantenuto la promessa di non guardare il nome o numero di un giocatore e far giocare tutti, i più in forma: tranne il secondo portiere e Rossetti, finora, in campionato ho utilizzato tutti e di questo sono estremamente contento. Vi svelo che fino ad un quarto d’ora prima del fischio d’inizio non sanno la formazione e questo serve a tenerli sulla corda tutti. Biagianti, Lodi e Marchese decisivi? La vecchia guardia sta capendo quant’è difficile giocare in Serie C, più della A: loro si stanno calando perfettamente nella mentalità di questa categoria. Non voglio caricare troppo di pressione la squadra, a Caserta è stata soprattutto colpa mia. Chiedo soltanto loro di lavorare, di fare le cose che prepariamo in settimana dal primo al novantesimo minuto: una squadra deve essere squadra dall’inizio alla fine. Abbiamo fatto una preparazione che non deve farci vincere ad agosto o settembre, ma deve farci arrivare pronti ad aprile-maggio quando si giocheranno le gare decisive. Problema trasferta? Non deve essere vista come una sorta di maledizione. Noi dovremo giocare bene, giocare bene al calcio e il resto verrà da se. Attraverso un’idea di gioco si mette in condizione una formazione di sapere sempre cosa fare in ogni contesto. A Francavilla spero di trasmettere alla squadra la voglia di vincere che abbiamo avuto stasera: in questo modo, cominceremo a macinare punti anche fuori casa“.
Andrea Russotto: “E’ la mia miglior partita? Se questa è la migliore, forse ho perso un po’ di tempo. Oggi abbiamo fatto una grande prestazione, sono contento per un gruppo che ha lavorato molto e forse nelle prime due partite non ha raccolto quanto meritato. Questa gara ha dimostrato che noi ci siamo e vogliamo lottare fino alla fine. Tutta la gente che c’era allo stadio, l’avversario forte sono state delle motivazioni importanti per preparare bene la gara; oggi abbiamo lavorato bene come gruppo, il merito va a tutti quanti, anche a coloro che non giocano tanto. Nel primo tempo ho avuto una piccola discussione con un mio ex compagno di squadra Di Matteo, ma niente di eclatante. La continuità? Purtroppo devo ammettere che negli anni sono stato sempre molto altalenante e su questo devo sicuramente migliorare. Tuttavia, stasera sono contento per la squadra, il singolo viene dopo. La standing ovation dei tifosi? Non sarei mai voluto uscire. Uscire tra gli applausi della propria gente è qualcosa di indescrivibile, non ci voglio io per spiegare cosa significare il calore di una piazza come quella di Catania. Questo deve essere un punto di partenza, dovremo cercare di strappare applausi all’ultima giornata di campionato perché vorrà dire che avremo fatto qualcosa di importante. Il girone C è molto difficile, non è facile vincere in nessun campo, nemmeno su quello della squadra considerata materasso: dovremo continuare a lavorare a testa bassa“.
Giovanni Marchese: “Non voglio togliermi alcun sassolino dalla scarpa, ho le spalle larghe e so sopportare le critiche. Esterno o centrale? Non ho alcun problema, mi piacciono entrambi i ruoli e sta al mister decidere. Tiro o cross sul mio gol? Sinceramente, all’inizio avevo pensato di tirare perché la palla era deliziosa. Poi ho pensato invece di metterla forte e tesa sul secondo palo per gli attaccanti: alla fine però è andata bene ed è questo ciò che conta. La dedica? A mia moglie e mia mamma che erano presenti in tribuna“.
Daniele D’Alessandro
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