CATANIA, GLI INTERPRETI NON SONO ALL’ALTEZZA

È questione di testa, soprattutto di testa. E non intendiamo la concentrazione necessaria per evitare ancora amare sconfitte, ma per evitare di subire ancora gol da palle inattive.
I numeri sono impietosi: il Catania subisce un gol su due da calcio piazzato, e nel girone di ritorno ha addirittura peggiorato il trend. Le motivazioni sono moltissime, chiare e inappellabili. Ad iniziare dal modulo schierato dagli allenatori nel corso di questa stagione, che è stato ritoccato talmente tante volte che anche le più basilari sicurezze sono venute meno. La difesa a 4 ha lasciato spesso spazio alla difesa a 3, che in fase di non possesso potrebbe diventare ancora una difesa a 5. Insomma, è un’utopia pensare che le marcature possano essere studiate e rispettate nel brevissimo intervallo che intercorre tra una modifica e l’altra.
Una seconda, fondamentale, causa è l’inadeguatezza degli interpreti. Venga escluso Bergamelli da questo calderone poco saporito, i suoi compagni di reparto non hanno mai dato certezze quest’anno: Gil è fin troppo sufficiente, non dà costanza alle prestazioni e gioca con la classica leggerezza sudamericana; Mbodj è un giovane promettente, ma ancora tatticamente molto grezzo; infine, ci si chiede se gli anni di Serie A abbiano danneggiato la fisicità di Marchese. Il terzino è chiaramente fuori categoria, merita di disputare campionati più blasonati, ma non ha più la freschezza e l’esuberanza fisica che lo avevano contraddistinto nella sue precedenti esperienze a Catania.
È sempre difficile fare un gol in più degli avversari, ma se saltuariamente i rivali non ne facessero nemmeno uno, probabilmente sarebbe più semplice!
(Fonte foto: calciocatania.it)

Carlo Maria Castiglione

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