CATANIA, CHE BRUTTA VITTORIA!

In soli due anni si è passati dai grandi stadi di Serie A ai piccoli e desolati campi di Lega Pro. Un esempio in tal senso è dato dal “Manlio Scopigno” di Rieti, uno stadio nel quale a far da “padroni di casa” sono i tifosi catanesi, in 118 sugli spalti, e non quelli della Lupa Castelli Romani, solamente in 40.

Nonostante i cori dei supporters rossazzurri si elevino sulle gradinate dello stadio, la partita non risulta essere granché. Il Catania, infatti, affronta il match con sufficienza, anzi sfociando nella supponenza. I rossazzurri, nonostante tengano il campo ed il pallino del gioco, arrivati sotto porta non finalizzano mai, peccando di quella cattiveria agonistica che dovrebbe essere determinante per una squadra martoriata da penalizzazioni e da “smacchi giudiziari”. Tre le occasioni più importanti nel primo tempo con Calderini e Scarsella. Poi, però, è solamente il primo calcio di rigore concesso al Catania dall’inizio del campionato a regalare la gioia del gol a Calil, proprio allo scadere della prima frazione di gioco.

Nel secondo tempo, i rossazzurri scendono in campo senza voler chiudere la partita, troppo impegnati a pavoneggiarsi e a trovare la giocata più complicata. Così, al 59′, proprio il catanese Giuseppe Siclari, ristabilisce il risultato di parità, sorprendendo la difesa rossazzurra, di certo non esente da colpe. Il gol del pareggio, però, sembra strigliare la squadra di Pippo Pancaro che, al 75′, grazie alla caparbietà di Nunzella ed all’astuzia di Calil, riesce a trovare il gol del secondo vantaggio. Il match si chiude sul risultato finale di 1-2.

Il Catania torna a vincere dopo un mese di digiuno, ma la vittoria di oggi sicuramente non convince. La squadra appare molto leziosa, quasi spavalda, come se avesse la consapevolezza di aver già vinto ancor prima di scendere in campo. D’accordo che la Lupa Castelli Romani non sia il Barcellona o il Real Madrid, ma l’atteggiamento proposto dai rossazzurri non è che sia dei più umili. È vero anche che vincere è l’unica cosa che conta, ma la sensazione di oggi è che se il Catania avesse avuto un altro avversario, allora si sarebbe sognato i tre punti giocando in questa maniera.

Bisognerebbe tornare ad avere quella fame e quella cattiveria agonistica delle prime uscite, ma sempre nel rispetto dell’avversario. La concretezza è la prima cosa che serve ad una squadra che, per recuperare 11 punti di penalizzazione, deve assolutamente giocare un campionato di vertice, anche se l’atteggiamento di oggi non risponde a questa esigenza.

Ma la vittoria, anche se “brutta”, è pur sempre una vittoria, perciò non resta che sperare di tornare a vedere un Catania, sì vincente, ma anche convincente. Proprio come non è stato quello visto a Rieti.

Federico Fasone

 

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