BLACK OUT: LA METAMORFOSI DEL CATANIA

Inutile negarlo, che sarebbe stata una stagione complicata era semplice ipotizzarlo: tra inchieste giudiziarie, squadra costruita in pochissimi giorni e penalizzazioni varie, era quasi impossibile pensare di vincere facilmente questo campionato. Eppure, sorgono spontanee delle domande, perché dopo aver apprezzato le prime sei giornate del campionato, il Catania sembrava una macchina perfetta. Ed invece, otto giornate dopo, ritroviamo una squadra in grande difficoltà. Tempi duri per i ragazzi di Pancaro, che non riescono più a trovare il bandolo della matassa ed ancora una volta subiscono il gioco degli avversari, per di più al “Massimino”.

La lucidità, la cattiveria agonistica e l’umiltà delle prime giornate hanno lasciato spazio alle incertezze, all’anonimato e alla paura di sbagliare. Il Benevento sbanca il “Massimino” e i tifosi del Catania esplodono di rabbia. Tre a uno per i campani, con due reti realizzate in inferiorità numerica: una mortificazione cocente, che i novemila presenti al “Massimino” hanno convertito, a fine gara, in fischi e durissima contestazione verso squadra e proprietà.

Così, arriva la prima sconfitta interna stagionale e l’ennesima stecca con le big del campionato (nessuna vittoria conquistata contro le prime sei della classifica) che riportano il Catania ad una dimensione mesta, con la prospettiva salvezza quale unico traguardo perseguibile. Dalla 7° giornata in poi, i rossazzurri sembrano aver subito una metamorfosi parecchio preoccupante: lo confermano i numeri, ma lo conferma soprattutto l’atteggiamento mostrato in campo.

Gli etnei, se nelle prime sei giornate sono stati capaci di conquistare ben 14 punti, con una media superiore di due punti a partita, nelle ultime otto invece, hanno perso sia lo smalto della grande squadra sia la consapevolezza della propria forza. Solo otto punti conquistati in altrettante gare: tre sconfitte, tre pareggi e soltanto due successi. Una parabola discendente che ha fatto infuriare la tifoseria, stufa di navigare tra i bassifondi della classifica dopo due anni di delusioni e amarezze.

Problema fisico o problema mentale? A detta di Pancaro e molti giocatori, le cause di tale flessione sono da ricondurre solo ed esclusivamente ad un problema caratteriale. Contro il Benevento, la squadra ha sbagliato l’approccio alla sfida, così come era successo contro Foggia e Akragas. Eppure, per quanto la testa possa influire sul rendimento, il Catania, dall’esterno, appare una squadra statica, ferma sulle gambe, che non riesce a tenere il ritmo gara delle avversarie, soprattutto quelle più blasonate. Non è da escludere che una mancata preparazione atletica adeguata, stia pesando e non poco sulle prestazioni. Di certo, vi è che ancora manca tantissimo al termine del campionato ed il Catania dovrà scrollarsi di dosso sin dalla prossima domenica ansie e paure per ritornare a dominare il campo come fatto ai blocchi di partenza.

(Fonte foto: La Sicilia redazione sport)

Marco Zappalà

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