A CASA, SUBITO

A casa, subito. È sconfitta, senza se e senza ma. Foggia che ribalta i pronostici dettati dal miglior piazzamento in classifica degli etnei, che vengono per l’appunto superati dagli ospiti, più in palla, più in forma, più in voglia. Finisce dunque qui il sogno, neanche il tempo. Per quanti ci credessero, sia chiaro: il

Catania non era una squadra di prima fascia, lo sapevamo bene e ne abbiamo tessuto le lodi quando durante la regular season aveva racimolato molti più punti di quelli che effettivamente ci si potesse aspettare. Ma oggi no, perdere così è inaccettabile.

Tre errori mastodontici lì dietro causano tre gol subiti in maniera imperdonabile. Keita, per due volte, e Curcio, proprio il rimpianto più grande di questa rosa, siglano il successo dei rossoneri fra le mura nemiche del “Massimino”. I due giocatori mandano al bar, in tutte e tre le circostanze, i difensori rossazzurri, rei di non saper tenere la marcatura stretta su due uomini che fanno della velocità e dell’imprevedibilità il loro pane quotidiano. Male, molto male.

A nulla serve l’illusione generata da Maldonado, su quel solito calcio piazzato che però stavolta non permette ai siciliani di crederci fino in fondo. C’è amarezza, tanta, perché comunque i play-off vanno giocati da subito al massimo delle proprie potenzialità. Cosa che invece non ha fatto in questo caso il Catania, sempre più tormentato dalle voci extracampo che non aiutano. Mai.

L’attenzione, infatti, era già stata rivolta al fronte trattative per la cessione del club a Tacopina, che peraltro sembra complicarsi dannatamente. Adesso arriva pure questa debacle seria e cocente, che inevitabilmente sposta il focus su quello che sarà il prossimo futuro della società di Via Magenta. Cosa succederà? Non ci è dato saperlo, ma noi davvero siamo stufi di vedere tutto il contrario di tutto. Con questa squadra ne siamo sgradevolmente abituati, probabilmente persino assuefatti. Tutto ciò risulta stucchevole, ecco perché dopo una partita del genere, in una settimana di questo tipo, noi non salviamo nessuno. Ora però è meglio che la storia del Calcio Catania 1946 venga salvata da chi ha il potere di farlo. Non sono ammesse scuse, soltanto fatti concreti. Non se ne può più.

Federico Fasone

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