CATANIA NON MERITA TUTTO QUESTO
Quella andata in scena allo stadio “Pino Zaccheria” di Foggia è l’ennesima storia di un film già visto. Oltre i meriti dei “satanelli”, evidentemente superiori sia tatticamente che tecnicamente ai rossazzurri, il campo sentenzia un verdetto pesante che condanna tutta la squadra etnea compreso tecnico e società. In realtà, quello che oggi va in campo non è il Catania, piuttosto è un fantasma che s’impossessa delle sembianze del Catania Calcio aldilà di quelli che possono essere i demeriti dei calciatori o del quadro dirigenziale.
Ma i problemi di questa squadra non derivano solo dal campo: bisogna riflettere su tutte le cause che hanno portato a questa deprimente situazione. Gli episodi con la stampa locale non possono passare inosservati, sintomo che la gestione dei rapporti con le varie componenti non sia stata delle migliori. La piazza, dal suo canto, contesta ormai da due stagioni invitando Pulvirenti a farsi da parte. Oggi, il campo purtroppo, dimostra palesemente errori grossolani anche per quanto riguarda il capitolo mercato. Errori di valutazione, calciatori che avrebbero dovuto fare la differenza e prendere le chiavi del centrocampo come Musacci, ad esempio, alla lunga, si sono rivelati al di sotto delle aspettative.
Errori su errori che svelano le difficoltà di una macchina ormai inceppata, quasi ingolfata che stenta ad andare avanti. Anche l’esperienza di Pancaro, caposaldo delle scelte di Pitino e Bonanno, in realtà non si è vista, né tanto meno ha portato vantaggi al Catania. E poi c’è la classifica dolorosa, specchio di una squadra creata attraverso un mercato fatto in fretta e furia. Un’estate turbolenta che sicuramente incide, ma non giustifica l’andazzo della stagione. Il problema nasce alla fonte con una proprietà assente ed una squadra che rispecchia il disordine gestionale.
Gli appassionati catanesi, sui social si fanno sentire: “Ci rifiutiamo di credere che alla luce dei fatti, Nino Pulvirenti possa ancora pensare di restare al timone della società. Lo stesso presidente che fino a tre anni fa ha portato i colori etnei verso traguardi straordinari. Ed allora se davvero Pulvirenti è innamorato dei colori rossazzurri, come dice di essere, tanto da tatuarsi lo scudetto sulla pelle, oggi non può far altro che vendere al primo imprenditore che busserà alla porta presentandosi con volontà e disponibilità economica per rilevare la società!.”
Inoltre, c’è da sottolineare il sentimento di una piazza sempre più delusa ed amareggiata, che ha preso la scelta di non seguire più questa squadra. A tal proposito, l’ultima scelta presa dai gruppi organizzati della Curva Nord è sicuramente singolare, ma molto significativa: “La prossima domenica, anziché assistere allo spettacolo indecoroso di chi continua a umiliare i nostri colori, vi aspettiamo alle ore 15 ai campetti da calcio vicino all’ingresso della Curva Nord.
Indossate le maglie del nostro Catania, allacciate le scarpette e partecipate al mini-torneo di calcio a cinque in programma in concomitanza col fischio d’inizio allo stadio.
Il modo più autentico di sostenere la nostra squadra è rispondere con orgoglio e appartenenza a una società di speculatori e a una rosa di mercenari: la nostra domenica, fatta di pallone, orgoglio rossoazzurro e fratellanza non sarà mai la loro.
Ci vediamo in campo, non dimenticate le birre!”
Adesso il rischio di un tracollo è alto, la luce rossa si è accesa ormai da tempo e la minaccia play-out inizia a farsi sempre più ingombrante. Catania non merita tutto questo.
Marco Zappalà