SENZA IDEE
È giunto nuovamente il tempo di tornare a Reggio. Campo ostico e bolgia infernale per quella che si presenta come una gara di cartello nella settima giornata di Serie C. La tensione è alta, infatti si respira aria di rivalsa fin dai primi minuti, quando i padroni di casa mettono subito in atto la loro voglia di vincere. Già al 2′ è vantaggio amaranto: Garufo coglie Corazza al centro dell’area di rigore, completamente indisturbato, che non può far altro che depositare in rete. La Reggina si gasa e così continua ad asfissiare il Catania. Non vi è un minuto di respiro: gli etnei non riescono mai a ragionare una manovra di gioco sensata, né hanno il tempo per rifiatare perché i padroni di casa li surclassano sul piano dell’intensità. Arriva persino il 2-0, ancora ad opera di Corazza, che però stavolta viene stranamente annullato dall’arbitro per un presunto fuorigioco, dopo che addirittura Furlan ed Esposito avevano combinato un pasticcio indicibile in mezzo all’area. I rossazzurri finalmente provano lo squillo: Mazzarani spara a botta sicura, ma Guarna è bravissimo a smanacciare in angolo. Altra fiammata con Di Molfetta che crossa per Di Piazza dopo un’ottima incursione di Mbende, ma il pallone si perde sul fondo.
L’attaccante di Partinico viene sostituito da Curiale all’inizio della ripresa, colpevole di essere stato quasi impalpabile durante i primi quarantacinque minuti. Proprio il numero 11 ha subito sui piedi la palla dell’1-1, ma fallisce praticamente un rigore in movimento. Da quel momento in poi, gli ospiti restano sterili e non sono mai in grado di impensierire particolarmente il portiere avversario. Dall’altra parte, invece, i calabresi continuano a lottare pallone su pallone e mettono in difficoltà la retroguardia siciliana con due botte di Corazza e Rivas, prontamente respinte da Furlan, che almeno difende il passivo di una sola rete.
Catania semplicemente senza idee. I rossazzurri in trasferta si comportano come al solito: prestazione sottotono e aggressività pari allo zero. Si va troppo facilmente in sofferenza quando l’avversario aggiunge intensità alla propria performance, peraltro totalmente incapaci di mettere in pratica contromosse efficaci. I subentrati, infine, non danno mai l’idea di poter dare una sterzata all’andazzo del match. Insomma, cose viste e riviste già troppe volte.
Federico Fasone