E VISSERO FELICI E SCONTENTI…

Felici e scontenti. Perché dopo una vittoria non si può non essere felici. Scontenti perché dopo una vittoria come quella di mercoledì contro la Virtus Francavilla non si può essere contenti. Ed ecco che allora viene fuori un cortocircuito o, meglio ancora, un paradosso. Perché segnare e vincere al novantesimo con sottofondo i fischi del pubblico è un paradosso. Giustificabile o ingiustificabile. Comprensibile o incomprensibile. Ma pur sempre paradosso. Perché, nonostante la prestazione negativa sul piano del gioco, un gol al 90° è pur sempre un gol al 90°e una vittoria è pur sempre una vittoria. Tre punti tra l’altro fondamentali che permettono di mantenere comunque il contatto con le posizioni di vertice e preparare con più serenità la trasferta di domenica prossima a Lentini contro la Sicula Leonzio.

Certo, il disappunto della tifoseria etnea merita di essere rispettato e analizzato ad ampio raggio. Una delusione che sarebbe troppo riduttivo circoscrivere alla sconfitta di Bisceglie e alla prestazione di ieri, ma che deve essere allargata alle vicende degli ultimi quattro anni. A partire dalla retrocessione in serie B, passando per “I treni del gol” fino ad arrivare all’odissea della Lega Pro. Tre anni di sofferenza e dolori fino alla semifinale play-off persa contro il Siena lo scorso 10 giugno.

Tutte circostanze che, sommate all’attuale momento della squadra, potrebbero rendere legittimo il malumore dei tifosi e potrebbero spiegare in modo esaustivo perché mercoledì sera “il treno ha fischiato“, volendo prendere in prestito il titolo della famosa novella pirandelliana. Ma, come affermato dal direttore Lo Monaco, fischiare un calciatore prima ancora che batta un calcio di rigore può risultare controproducente. Per il presente e per il futuro. Ed ecco che allora la città si divide tra chi approva e chi disapprova. Ma d’altra parte nel calcio è sempre stato così. E così sempre sarà.

Antonio Longo

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