Nino Pulvirenti: tutto calcolato!
Colpevole, sí. Ha ammesso in toto le sue responsabilità, i suoi errori, le sue magagne. Ok, ma pur sempre “a modo suo”! Nino Pulvirenti, ex (come ha tenuto a sottolineare durante la sua ultima – forse – conferenza stampa a Torre del Grifo) presidente del Calcio Catania, neo dimissionario, si è presentato sul banco degli imputati inizialmente camuffando l’emozione e il (velato) dispiacere, palesando poi in corso di dibattito occhi lucidi e voce a tratti (francamente molto brevi) tremolante. Segni identificativi di chi sa a cosa sta andando incontro… e sa benissimo cosa dire e dove andare a parare. Un pedigree d’alligatore, quello di Ninuzzo made in Belpasso. O se preferite intuito degno di un condor! Perché, come si dice a Catania, “casca sempri additta comu i iatti”. E vuoi vedere che anche in quest’occasione, che di melma fino al collo non gliene manca, ne uscirà pressoché intatto, o quasi?
L’ammissione di colpa e responsabilità c’è stata, non sarebbe potuto essere altrimenti. Ma si è anche più volte definito “truffato”, ovvero vittima di personaggi “mai visti e incrociati prima” nella sua vita. I vari Di Luzio, Arbotti, Milozzi, tramite Delli Carri, l’avrebbero reso vittima di un sistema illecito in cui lui stesso è precipitato esclusivamente “per il troppo amore che ha sempre nutrito per il Catania e per la maglia rossazzurra”. Dinanzi a queste dichiarazioni il Cavaliere si sarà rivoltato nella tomba! E poi che fa? Colpo di scena… in coda alla conferenza stampa di commiato tira fuori l’effetto sorpresa, il coniglio dal cilindro. Ebbene, Nino Pulvirenti, che così come lui stesso ha ribadito è “attualmente investito da processi giudiziari in sequenza”, con leggiadria e ritrovando il sorriso brevemente perduto presenta il terzo progetto, quello ecosostenibile, del nuovo stadio pensato per il Calcio Catania e a misura di tifoso rossazzurro. Applausi signori, standing ovation! Quest’uomo – diciamocelo – è geniale. Degno del miglior Silvio Berlusconi (sebbene l’accostamento risulti azzardato) ai tempi “d’oro” del bunga bunga di Ruby, Aida Yespica, Belen e soprattutto Nicole Minetti. Come sorprende e sposta l’attenzione su altri aspetti l’ex presidente Pulvirenti, per di più in una realtà come quella catanese, non ci riesce nessuno. E non per modo di dire…
Lo “Star Dome Catania”, l’ultima ideona del proprietario del Catania. Follia o ingegnosità, chiamatela come volete! Ciò che è saltato fuori, leggendo tra le righe della conferenza del patron rossazzurro, è la volontà di vendere “ma in fondo non vendere”! Il fato volle che all’indomani del “Io vendo” la cordata guidata da tale Girlando assessore comunale (che poi cosa c’entra lui col calcio non si è ancora capito… un po’ come Enzo Bianco, che di certo i tifosi del Catania non accostano con piacere alle vicende rossazzurre) tutto ad un tratto è svanita nell’oblio. Con tanto di anticipazione di diretta streaming compiaciuta e programmata (fine a se stessa…)
Su, non facciamoci prendere per fessi. Un valore ipotetico di 30 milioni di euro, che poi in realtà sarebbero circa il doppio (se non di più) tra parco giocatori da riformare ex novo, spese quantificate di un eventuale campionato di Lega Pro (l’ultima serie B, a dire dello stesso Pulvirenti, è costata ben 45 milioni di euro) ed altro ancora, per cedere la società e i suoi beni immobili. Già, perché Nino Pulvirenti ha ribadito a gran voce che Torre del Grifo “non è scorporabile” da un’eventuale vendita. Insomma babbi sì, ma non cretini! Così come – per andare a chiudere – il presunto disorientamento alla domanda della puntuale collega della Rai, Antonella Gurrieri: “Pulvirenti, ma lei che aveva denunciato minacce e lettere intimidatorie alle autorità competenti, facendo peraltro nomi e cognomi, non doveva attendersi come prima mossa delle stesse autorità di avere il telefono intercettato e sotto controllo?” Risposta: “Non conosco queste dinamiche, io ad oggi risulto incensurato”.
Fate vobis… Ancora una volta, bravo Ninuzzo!
Francesco Ricca