LUCIANO MOGGI PRENDE LE PARTI DEL CATANIA

Nella serata di ieri, è stato ospite al noto programma di Italia Uno, “Le Iene Show”, Luciano Moggi. L’ex dirigente della Juventus ha raccontato le vicende  legate allo scandalo “Calciopoli”, scoppiato nel 2006, del quale fu considerato vero e proprio ideatore. Nel corso dell’intervista, però, un commento riguardo gli ultimi scandali di calcioscommesse risuona alle orecchie dei tifosi rossazzurri: “Per esempio il Catania ha comprato cinque partite, ma non si sa chi le abbia vendute”.

Sono poche parole, ma pregne di verità. Effettivamente è andata proprio così: il Catania ha pagato per gli illeciti commessi dai suoi dirigenti, ma non è mai stato indicato dalla stessa giustizia sportiva chi avesse partecipato alla compravendita delle partite incriminate. Si è preferito far pagare il club etneo, attraverso un veloce processo, piuttosto che fermare i campionati ed andare sino in fondo a questa storia. Si è scelta la via più facile, cioè quella di far passare il Catania per capro espiatorio, in quanto fosse l’unica squadra ad aver palesemente sbagliato.

Ciò che fa più scalpore, però, è che la società dell’Elefante sia finita sulla bocca di un noto (ex) dirigente come Luciano Moggi. Eppure, pensandoci bene, non sorprende poi così tanto. L’anno scorso, infatti, Lucianone era giunto proprio alle falde dell’Etna per assistere ad un paio di partite casalinghe della compagine rossazzurra.
Coincidenze? Non proprio. Bisogna rammentare, infatti, che nella scorsa stagione il club etneo aveva stipulato un contratto di collaborazione con Gea World, nota società facente capo ad Alessandro Moggi, figlio del più noto Luciano. La grande amicizia fra il procuratore e l’ex amministratore delegato rossazzurro Pablo Cosentino, aveva fatto sì che la Gea stessa potesse occuparsi delle operazioni di mercato e di marketing dei siciliani.

Inoltre, c’è un particolare da non sottovalutare. L’ex direttore sportivo del Catania, Daniele Delli Carri, il quale aveva avuto un ruolo centrale nello scandalo “I treni del gol”, era proprio un “uomo Gea”. L’ex difensore del Torino, infatti, era giunto in Sicilia nel gennaio scorso per occuparsi del mercato dei rossazzurri, anche se, a conti fatti, è servito solamente a fungere da cerniera con quei procuratori (o presunti tali), che avrebbero dovuto far arrivare le “melanzane” ai calciatori da corrompere.

Come tutti sanno, però, la Gea non è mai stata immischiata nello scandalo di quest’estate, uscendone completamente indenne. Dunque verrebbe difficile pensare che Luciano Moggi abbia parlato in tal senso solo per “difendere” la società appartenente al figlio da qualsiasi danno d’immagine, che avrebbe potuto colpire il nome della Gea World. Più facile, invece, sarebbe sostenere che l’ex dirigente abbia voluto optare per quell’onestà intellettuale alla quale, purtroppo, la giustizia sportiva sembra che abbia rinunciato in tutta questa faccenda.

Federico Fasone

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