“LA MALEDIZIONE DI ALMIRON”
“Pallone buono per Almiron. L’argentino si allarga sulla sinistra. Poi converge. Accelera. Coast to coast. Parte il tiro!”
Tutte le squadre costruiscono i loro successi a centrocampo. È proprio la linea mediana ad essere la zona nevralgica del gioco, vero e proprio anello di congiunzione fra fase difensiva ed offensiva.
Il Catania, per non andar lontano, aveva fatto del centrocampo il suo reparto più assortito negli anni ascendenti di Serie A. Per citare alcuni protagonisti di quelle stagioni, basti fare i nomi di Biagianti, Carboni, Baiocco, Izco e Ledesma.
Il salto di qualità, però, si ebbe nel 2011, anno del “piccolo Barcellona” allenato da Montella. In quella squadra figuravano, fra gli altri, Lodi ed Almiron. Tutti ricordano le loro gesta, in quanto titolari inamovibili di quel centrocampo. Probabilmente, però, il più esaltato dei due era Lodi. Il regista mancino, infatti, era molto in voga in quegli anni perché in grado di far sognare i tifosi, soprattutto grazie ai suoi calci di punizione magistrali, coi quali fece la fortuna del Catania che, l’anno seguente, arrivò al traguardo dell’ottavo posto. Non tutti, però, si accorgevano che, in realtà, fosse proprio Almiron a permettere a Lodi e compagni di mettere in mostra tutto il loro repertorio.
L’argentino era un centrocampista completo. Sapeva alternare quantità a qualità, recuperava, ripartiva palla al piede, faceva rifiatare i suoi e scaldava spesso i guantoni ai portieri avversari, dotato di una “castagna” fuori dal comune. Almiron faceva il lavoro oscuro, insomma quello di cui gli altri non volevano sporcarsi gli scarpini. Inoltre, in fase d’impostazione, riusciva sempre a liberare lo spazio a Lodi che, indisturbato, lanciava i compagni in attacco. Il suo bagaglio tecnico, quindi, era indispensabile lì sulla mediana.
Almiron era un elemento imprescindibile per quel centrocampo. Prova ne sia che, da quando l’argentino finì di giocare a causa dei numerosi ed inguaribili infortuni, contemporaneamente iniziò la parabola discendente del Catania.
L’ultimo anno di Serie A, in particolare, tutti implorarono il ritorno del figliol prodigo Lodi che, dopo alcuni mesi deludenti al Genoa, rivestì la maglia rossazzurra. Peccato, però, che le sue prestazioni furono al di sotto della media, costretto a giocare senza il suo punto di riferimento, costantemente relegato ai box.
Questa storia è intitolata “La maledizione di Almiron”, perché il Catania, oggi come ieri, in Lega Pro come in Serie A, non è ancora riuscito a risolvere i propri problemi a centrocampo.
Non importa che la categoria sia diversa, non importa nemmeno che siano giunti altri giocatori. A questa squadra servirebbe ancora un centrocampista“all’Almiron”. Chissà se per il mercato di gennaio la società non abbia già individuato qualcuno con quelle caratteristiche.
Intanto, però, è giunta la notizia che Almiron abbia deciso di appendere gli scarpini al chiodo, risolvendo il suo contratto con l’Akragas.
Perciò buona fortuna per il futuro, Sergio. Sperando che questa “maledizione” venga sfatata una volta per tutte.
“E per il Catania, ha segnato, con il numero 4: Sergio Almiron!”
Federico Fasone
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