CATANIA, “U PICCIRIDDU” E IL PESO DI QUELLA MAGLIA
Andrea Di Grazia, ragazzo umile, nato e cresciuto sotto i piedi del vulcano, sta vivendo il sogno di ogni bambino che ama questo sport: indossare la maglia della propria squadra del cuore.
Dopo aver vissuto la trafila del settore giovanile in cui, seppur con ruoli diversi -tra l’esterno d’attacco ed il ruolo di mezzala- ha sempre incantato il pubblico, finalmente gli si presenta la possibilità di dimostrare il suo valore tra i “grandi”.
Pochi spezzoni di partita nelle scorse giornate quando, anche inaspettatamente, mister Rigoli decide di dargli una maglia da titolare per la partita in casa contro l’Akragas.
Estro, fantasia, corsa, cuore. Ecco, proprio il cuore, elemento fondamentale per puntare a traguardi ambiziosi. Quel cuore che manca a tanti altri, probabilmente “intimoriti” dalle pressioni che l’ambiente Catania mette da sempre.
Reggere Catania non è facile, diventa quasi impossibile se si aggiunge una palla che non vuole entrare in rete ed un pubblico continuamente in protesta. Lottare è virtù di pochi, di chi non ha paura né di cosa, né di chi si presenterà contro in campo.
La maglia rossazzurra è quella che conta, la storia della matricola 11700 parla chiaro: la Serie A ed i record abbattuti sono ricordi fin troppo freschi per essere messi nel cassetto dai tifosi. Loro, a gran voce, urlano e pretendono che in campo vada chi abbia più voglia di vincere, non importa che siano i più forti della rosa, basta che lottino fino all’ultimo minuto. Per quella maglia -colma di una storia che occupa più e più libri le cui pagine fino a soli trenta mesi fa si riempivano di gioia, fatica ed orgoglio- non potrebbe non essere così.
Di Grazia sta dimostrando di essere uno di questi: l’ottima prestazione contro la squadra agrigentina, l’aver lottato fino all’ultimo contro il Fondi e la più che sufficiente partita disputata a Taranto ne sono una conferma.
Catania forse mai aveva toccato così tanto il basso. “Girare la palla a Taranto, contro una squadra ripescata a campionato iniziato, non è ammissibile”, commentano i tifosi del Catania. I calciatori meditino, guardino bene la maglia che indossano, riflettano un po’ e capiscano veramente se hanno la forza, fisica e mentale, per sostenerla.
Gabriele Indelicato
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