Catania, ora rischi di sparire
23 giugno 2015. Un giorno inaspettato, mai sperato a dire il vero. Succede tutto all’improvviso, come quando una bomba distrugge tutto e niente e nessuno potrà fermare il disastro che ne scaturirà. Ti senti sconvolto, sbigottito, non sai ancora se crederci e cerchi disperatamente di aprire gli occhi, di stropicciarli finchè qualcuno non ti sveglierà da quel maledetto incubo che ti percuote l’animo. Peccato, però, che stavolta non si tratti di un incubo. Stavolta il Catania rischia davvero grosso.
Antonino Pulvirenti avrà battuto la testa contro qualche sasso e si sarà dimenticato di essere stato il miglior presidente nella storia del Calcio Catania. Sì, era proprio così appena due anni fa, quando il Catania aveva coronato un ottavo posto in Serie A, quella stessa serie che fu regalata ad un’intera città dopo 23 lunghi anni di astinenza dal calcio che conta.
Tutto ci riporta a quell’estate del 1993, quando il compianto Angelo Massimino, allora presidente, non arrivò in tempo a pagare la tassa d’iscrizione alla Serie C di quell’anno. Il seguito lo conosciamo tutti, anche chi non c’è stato, ma è come se lo avesse vissuto. Destinati a giocare in campi in terra e in polvere, contro le squadre più ignote, in luoghi dove nessuno si sognerebbe mai di andare per vedere giocare una partita di pallone. E adesso, come nel 1993, si rischia di sparire, di nuovo, dal calcio che conta.
Stavolta, però, i fatti sono completamente differenti da quelli che condannarono il Catania 22 anni fa. Adesso, infatti, Nino Pulvirenti alza la cornetta e decide di “giocarsi” il Catania. Decide di distruggere tutto, disintegrare cuore e passione di una città che vede nella sua squadra di calcio il massimo emblema di integrazione fra cittadini. Lo fa senza alcuna esitazione, con l’aiuto di uomini che, vergognosamente come lui, decidono di scrivere un’altra triste, amara e oscura pagina del calcio italiano, la peggiore per quanto riguarda la storia del Catania Calcio.
Quali saranno adesso le conseguenze a tutto ciò? Non si sanno, troppo presto ancora per conoscerle. Le possibilità sono diverse e solo con l’avanzare delle indagini ne sapremo di più. Sarà la giustizia sportiva, infine, a decidere. Il Presidente della Lega Serie B Abodi, a proposito, promette una pena esemplare.
Cerchiamo dunque di capire bene quali possano essere i provvedimenti più consoni ad una situazione così sporca, infima e delittuosa. Il Catania, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe essere radiato, cioè potrebbe essere escluso dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria , con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore. Invece, nella migliore, potrebbe essere condannato alla retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza. Significherebbe che, in base al principio dell’afflittività della sanzione, la retrocessione all’ultimo posto comporterebbe sempre il passaggio alla categoria inferiore. Possibile, inoltre, l’irrogazione aggiuntiva di almeno una decina di punti di penalizzazione nel prossimo campionato.
Insomma, la situazione preoccupa e lascia tutti col fiato sospeso. Pulvirenti & Co. commettono frode sportiva, ma la conseguenza più struggente, a dire il vero, potrebbe essere quella di non vedere più calcio a Catania. Bisogna stare dunque tutti uniti, adesso più che mai.
Federico Fasone
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