CATANIA, DOVE SONO I GUIZZI DEI NUOVI ACQUISTI?
Un nuovo cambiamento è alle porte, l’ennesimo delle ultime, nefaste, stagioni del Catania. A pagare dazio, stavolta, è Pippo Pancaro, capro espiatorio di una squadra in piena crisi tecnico-tattica dalla fine del 2015. Dalle stelle alle stalle, insomma. Inizio da sogno, vittorie su vittorie, profumo di bel calcio. Penalizzazione cancellata, Lega Pro formalità da sbrigare per una pronta risalita in Serie B. Poi, la discesa. Anzi, l’oblio. Pareggi, sconfitte, nuovamente pareggi, altre sconfitte. Successi pochi, sofferti. Adesso l’esonero, inevitabile. Silurato l’ex campione della Lazio, Gautieri e Moriero i favoriti per sostituirlo e prendere in mano una squadra in enorme difficoltà.
Posta la doverosa premessa legata all’allenatore, in campo però vanno sempre 11 calciatori. Fondamentale ricordarlo, eccome. Nella prima parte di stagione, il Catania ha dimostrato di possedere un’ossatura importante, con numerosi elementi di valore e, perché no, anche di categoria superiore. In vista del mercato di gennaio, il bisogno più impellente era quello di colmare determinate lacune, come la mancanza di un vice Nunzella sull’out mancino e di una punta centrale di peso da alternare al robusto, ma fragile, Gianvito Plasmati.
Ma come ha operato la triade rossazzurra composta da Bonanno, Pitino e Ferrigno durante la campagna invernale di rafforzamento? Numeri alla mano, non proprio benissimo. Già, perché di tutti gli acquisti portati alle falde dell’Etna, nessuno ha finora reso secondo le aspettative. I tifosi rossazzurri, infatti, attendono ancora le giocate decisive di Domenico Di Cecco, preso dal Lanciano per fare la differenza e guidare con maestria la mediana etnea. Impegno, grinta, generosità per l’ex centrocampista rossonero, ma ancora pochi sprazzi degni di nota. Chi, invece, ha già fatto intravedere numeri importanti è Matteo Pessina, prodotto delle giovanili del Milan, dotato di gran talento ed ottime doti tecniche. Per lui, però, poche apparizioni da titolare e tanta panchina, frutto di decisioni tecniche non troppo facili da capire. E Lupoli, Bombagi o Gulin? Attaccanti di qualità ed affidamento, certo, specialmente il primo. La sensazione, tuttavia, è che siano ancora dei corpi estranei alla squadra, buttati nella mischia per cercare di riacciuffare i risultati negativi delle ultime gare. Intanto, c’è chi si morde le mani per quell’Andrea Di Grazia che tanto bene sta facendo all’Akragas, col talentino della cantera rossazzurra lasciato andare un po’ troppo facilmente negli ultimi giorni di mercato.
Difficile da comprendere, inoltre, il mancato acquisto di un terzino sinistro, fatto aggravato successivamente dal mancato reintegro di Juan Ramos nella lista dei giocatori utilizzabili in campionato. Il giovane uruguagio, infatti, avrebbe potuto rappresentare il ricambio più logico di Leonardo Nunzella, motorino inesauribile della difesa sin da inizio stagione.
Tanti dubbi, poche certezze. Attenzione, però, il girone di ritorno è ancora lungo, sicché i nuovi innesti potrebbero anche esprimere tutte le loro potenzialità e condurre il Catania ad un ottimo finale di stagione. Fondamentale sarà l’intervento del nuovo tecnico, chiamato a fare ordine e sfruttare al meglio delle proprie possibilità ogni singolo componente della rosa.
Il Catania attende il suo nuovo condottiero. Alla squadra e ai nuovi acquisti, poi, il compito di mettersi in mostra e trascinare il club rossazzurro alla salvezza.
Daniele D’Alessandro