QUELLA STANCHEZZA CHE SI TRADUCE IN DISAFFEZIONE

Nel corso della sua secolare storia, il calcio ha insegnato come la vita di una società sportiva sia segnata da vari cicli e fasi storiche, che si susseguono e si inseguono, accavallandosi e sostituendosi, toccando svariati picchi, sia nel senso di massima gloria, che di profondo buio. Così, ogni periodo storico calcistico, si atteggia quasi alla stregua di un regista, come se mettesse su una serie di spettacoli, dove le squadre sono i personaggi, e a cui cambia continuamente e con inaudita rapidità i costumi. Così, di volta in volta vi è la cosiddetta cenerentola, come avvenuto, ad esempio, anni a dietro a Carpi prima, e Benevento dopo; vi è l’Atalanta di turno, “l’underdog” la quale grazie ad un solido progetto sta alzando la voce fra le grandi, tanto da arrivare a disputare la massima competizione europea. Vi è la dominatrice del momento, e vi è, infine, la “nobile decaduta”. Quella squadra che versa in situazioni ed in circostanze decisamente strette, sia per nome che per tradizione: se in serie A è il Milan, in serie C tale ruolo è certamente ricoperto dal Catania.

Piazza troppo grande, tradizione calcistica altrettanto illustre, per vederla galleggiare fra le sabbie mobili della Serie C, quasi in balia della corrente e degli eventi, trasmettendo una sensazione di come oramai si sia tutt’altro che padroni del proprio destino e che ogni domenica sia un grosso punto interrogativo e possa succedere di tutto. Tutto ciò ha lo strano e spiacevole effetto di creare un distacco ed una disaffezione fra pubblico e squadra. Tanti i motivi, troppi per elencarli, perfino la mutevolezza di un calcio attuale che non permette, fino in fondo, di sentire proprio un calciatore, di farne il tifo in modo incondizionato: insomma, se un bambino quindici anni fa dava calci ad un pallone con la maglia di Spinesi, o voleva calciare le punizioni come De Zerbi, oggi tutto ciò sembra utopia.

Tuttavia, non si confonda con il tifo occasionale o disinteresse: il punto sta nell’essere stanchi e stufi di vivere una situazione di netta impotenza, fino a comprimere le emozioni per salvaguardarle dalla brusca trasformazione che ormai spesso avviene la domenica: cioè da forte euforia a cocente e puntuale delusione. È il calcio, ed è questa la veste che esso ha deciso debba vestire il Catania in questo periodo storico. Sperando che, quanto prima, possa decidere di voltare pagina e mischiare nuovamente i ruoli.

Gabriele Di Mauro

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