ESULTARE: GIUSTO O SBAGLIATO?
Dall’istante in cui Catania-Fidelis Andria si è conclusa ed è stato ufficializzato il pareggio del Monopoli, sul campo del “Massimino” si è materializzata una vera e propria festa tra giocatori e dirigenti etnei. I festeggiamenti per la salvezza agguantata all’ultimo istante si sono protratti negli spogliatoi e fino alla sera quando molti calciatori hanno improvvisato una cena di gruppo, in compagnia delle rispettive famiglie. Come spesso avviene, ciascun momento sopra citato è stato immortalato e “condiviso” tramite i vari profili social dei giocatori del Catania che, però, hanno suscitato non poche polemiche.
Già il “mucchio” sul prato del “Cibali” aveva fatto storcere il naso a qualche tifoso; dalle curve, addirittura, arrivava qualche fischio. Zero applausi, nessun commento positivo, nonostante il traguardo raggiunto. Le polemiche si sono fatte più aspre nel momento in cui i tifosi hanno preso visione delle immagini degli spogliatoi: una salvezza, sofferta e raggiunta quasi casualmente grazie ad un’impresa altrui, celebrata come una finale di Champions con tanto di sigaro (in barba alla salubrità degli atleti!) da Calil e compagni.
Ma tanta esultanza e tanti festeggiamenti sono giusti o no? La piazza risulta essere spaccata: da un lato c’è chi ha apprezzato il lavoro svolto, il sacrificio compiuto e soprattutto guarda al famoso “-10” che ha fortemente penalizzato la squadra etnea. Dall’altro lato, però, ci si aspettava un approccio diverso ad un campionato per nulla proibitivo, soprattutto visti i nomi blasonati approdati ai piedi dell’Etna. È vero, l’obiettivo declamato all’inizio della stagione è stato raggiunto, ma forse con un impegno più costante dei giocatori e della dirigenza, si poteva concludere il campionato con meno preoccupazioni.
Se è vero che “vox populi vox dei”, allora esultare non è giusto, soprattutto se si guarda a come le due curve del “Massimino” – sempre e in qualsiasi occasione vicino alla squadra – hanno “salutato” i giocatori. Gli striscioni esposti sono stati eloquenti e hanno perfettamente dato l’idea di cosa voglia la tifoseria, che in ogni caso è l’elemento fisso che di anno in anno conferma la propria fede e l’attaccamento ai colori della città.
Giuseppe Mirabella
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