QUANDO UN CATANESE ZITTISCE UN PALERMITANO…

Catania e Palermo, una rivalità storica, con radici profonde e durature nel tempo. Soprattutto dal punto di vista calcistico. Quanti derby, quanti sfottò, vittorie indimenticabili e sconfitte brucianti. Il tutto nell’estremo tentativo, da ambo le parti, di prevalere sempre sull’avversario di una vita.

Capita, però, che il dualismo si accenda anche quando le due squadre non siano una di fronte all’altra. Anzi, quando ce ne sia soltanto una protagonista. Ciò è accaduto proprio domenica scorsa, durante la sfida del ‘Massimino’ tra gli etnei ed il Catanzaro, vinta dagli uomini di Rigoli con un netto 3-1. Al 65° minuto del match, infatti, il difensore della formazione calabrese, Giuseppe Prestia, ha voluto ergersi ad attore principale della contesa. Non in senso positivo, sicuramente. Cacciato dal terreno di gioco – assieme a Bergamelli – dopo un parapiglia scaturito da un fallo di Di Cecco, il centrale giallorosso si è reso artefice di uno spettacolo ‘pirotecnico’ durante il percorso per imboccare il tunnel degli spogliatoi.

E quindi? Cosa c’entra questo con la rivalità tra Catania e Palermo? C’entra, eccome se c’entra. Prestia, infatti, nativo del capoluogo, tifosissimo della società rosanero ed ex prodotto del settore giovanile del club di Zamparini, ha voluto far risaltare tutta la sua avversità verso i colori rossazzurri gridando all’indirizzo della Tribuna A frasi come “Forza Palermo, ma la dovete s****e”. Rabbia, urla poco gradevoli, insomma, sicuramente poco conformi al suo status di calciatore professionista.

Come hanno replicato i catanesi? Sul campo, naturalmente, con eleganza e forse un pizzico di superiorità. Grazie al loro gioiellino più luccicante, più puro. A spegnere la questione ci ha pensato proprio lui, Andrea Di Grazia, con un eurogol siglato appena pochi secondi dopo la ripresa del gioco. Schiaffo poderoso alle provocazioni del classe ’93 palermitano, trionfo assoluto della catanesità. Nel tripudio del vecchio ‘Cibali’ ovviamente, scenario ideale e perfetto in situazioni di questo tipo.

Finale? Biagianti e compagni sotto la curva a festeggiare, Prestia nello spogliatoio a protestare e recriminare. Perchè, probabilmente, era giusto che finisse così…

Daniele D’Alessandro

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