TUTTO CALCOLATO

Non è una partita divertente quella fra Monopoli e Catania, ma su questo, onestamente, non c’erano molti dubbi. Nessuna delle due squadre predomina e quindi la noia regna imperante, a parte qualche sprazzo individuale.

In questo senso, Giovanni Pinto prova a bucare Pisseri nel bel mezzo della prima frazione di gioco, ma il portiere è bravo ad allungarsi e a spedire in calcio d’angolo la minaccia. Ovviamente, però, bastano altri venti minuti per mandare sotto i rossazzurri. Solita palla inattiva gestita malissimo, solito gol evitabilissimo subito. Al 40′, infatti, Mbodj colpisce debolmente di testa il pallone che poi sbatte fortunosamente sulla coscia di Esposito. L’estremo difensore rossazzurro ci arriva, ma dopo che la sfera abbia già superato la linea.

Catania, come sempre, indietro da un punto di vista tattico e mentale. Eppure, ormai agli sgoccioli del primo tempo, giunge l’occasione giusta per segnare. Scoppa scarica sulla sinistra, il giovane Manneh crossa una preziosissima palla per la testa di Pozzebon che, clamorosamente, manca l’appuntamento col gol spedendo il pallone alto sulla traversa ed essendo praticamente posizionato sulla linea di porta.

Le solite difficoltà che rappresentano i problemi di una squadra frenata dalla paura e dalla totale assenza di consapevolezza nei propri mezzi. Prova ne siano le altre due sberle che giungono nella ripresa. Insulsi ed inutili al tempo stesso le conclusioni senza mira di Mazzarani, sballate e completamente fuori porta. E allora ecco che il Catania viene soffocato sotto i colpi di Ricucci al 68′ e di Genchi, direttamente su calcio di rigore, allo scoccare del 90′.

Ma che cosa bisognerebbe commentare dopo questa partita? Assolutamente nulla, perché il Catania è inesistente e riesce nel “capolavoro” di revitalizzare una squadra modestissima come il Monopoli, che aveva vinto solamente una volta fra le mura amiche fino ad adesso e che consta dell’attacco meno prolifico della categoria.

La squadra rossazzurra non ha né arte né parte. Ci si chiede come ancora ci si possa presentare in campo con quest’assoluta assenza di concentrazione, ma soprattutto di determinazione. Ogni domenica si assiste alle squallide performance di undici giocatori senza sangue nelle vene, che dimostrano di non avere nemmeno una parvenza di carattere.

Le umiliazioni accumulate diventano sempre di più. Ogni volta sembra di aver toccato il fondo, ma ecco che puntualmente ogni sconfitta si rivela solo come un’illusione: la scena lascia spazio alla partita successiva, che sarà certamente una delusione ancora più grande.

Mancano due partite alla fine della regular season ed il Catania non è nemmeno salvo. Sembrava che quest’anno si potesse evitare di parlarne, ma stando alle disastrose prestazioni degli etnei, completamente svuotati nell’anima e nelle motivazioni, ecco che lo spettro della Serie D torna ad aleggiare minaccioso. Sì, è una cosa impossibile da pensare razionalmente. Ma questo Catania ci ha abituato al peggio, tanto che ormai, ad ogni risultato negativo, sembra non esserci alcuna sorpresa. Sembra tutto calcolato insomma.

Federico Fasone

 

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