PENSARE ALLA C, PER ORA

Serie B lontana, lontanissima, almeno per ora. Giudici, tribunali, carte bollate: a nulla è servito il tran tran giudiziario iniziato a fine luglio e che potrebbe, il condizionale è d’obbligo, trovare fine solo il 7 settembre nelle aule del CONI. Domani, infatti la serie cadetta inizierà il suo percorso senza il Catania, anzi senza tutte le compagini ripescabili, con un format a 19 squadre mai visto e nemmeno ipotizzabile fino a qualche mese fa.

La strada per un eventuale reintegro in corsa, paventata qualche giorno fa dal presidente del Collegio di Garanzia del CONI Frattini, pare comunque non essere scevra da complicazioni. Come infatti si potrebbe rivoluzionare il calendario di una competizione già iniziata? Una soluzione che non ha precedenti, dato che i reintegri o i ripescaggi, nel passato, sono avvenuti ben prima dell’inizio dei campionati.

Sia chiaro, nulla è impossibile: ma visto che di stabili certezze all’orizzonte non ve ne sono, e senza stare a raccontare come le sicurezze passate siano state stracciate più volte, sarà meglio, almeno fino alla sentenza, volare bassi.

Pur rilevando l’apertura di Fabbricini, che negli ultimi giorni ha spiegato come già esista una graduatoria delle squadre ripescate non pubblicata a causa dei numerosi ricorsi. Il commissario, inoltre, non ha escluso una Serie B a 22 squadre nel caso in cui il Collegio riconosca le motivazioni di Catania e Novara.

Tuttavia, a dispetto di queste ultime dichiarazioni, resta comunque da ricordare come in questi mesi sia stato detto tutto e il contrario di tutto. Con il Catania nel limbo tra la cadetteria e la terza serie italiana.

Vincere il campionato di serie C: per adesso è questa la realtà in cui ci si deve calare, giusto per evitare ulteriori sorprese negative, visto che la misura è già colma. Nessun passo indietro o rinuncia nella lotta per quello che spetta di diritto, solo un cauto pessimismo utile a evitare ulteriori scottature a tifosi ormai confusi.

In altre parole, non è il caso di sognare. Almeno per adesso.

Simone Caffi

 

 

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