NON C’É PACE

Non c’è mai un po’ di pace. Si dovrebbe stare qui a parlare di un Catania che ha strapazzato la Casertana segnando 3 gol e regalando ai tifosi 90′ di puro divertimento. Si dovrebbe parlare di un Catania che fa tutto questo nonostante pesanti assenze, praticamente tutto il reparto titolare avanzato. Si dovrebbe fare quel famoso gioco dove, da una parte ci sta chi non fa che pensare alla prossima e ultima domenica di campionato, ai famosi 2 punti ancora in ballo in tribunale, ed una parte che, invece, funge da contraltare invitando a pensarci meno possibile mantenendo la calma.

Ma no, non si parla di questo. Non ci si sta a crucciarsi sui possibili recuperi dei giocatori in infermeria, per affrontare al meglio la pesantissima trasferta in terra pugliese, a giocare e fantasticare sui possibili accoppiamenti play-off in base ai risultati di domenica. Eppure sembra storia vista e rivista. Anche a gennaio, a cavallo tra fine girone d’andata e inizio del ritorno, nel momento clou e di forma migliore, in cui si parlava di un Catania che avrebbe potuto tallonare Avellino e Bari contendendosi la terza piazza, del campionato, piombò come un fulmine la questione relativa al preliminare e al passaggio di proprietà. Con tutto il conseguente circo mediatico, con tanto di viaggi nei salotti comunali, dimenticandosi che, nel frattempo, 11 uomini pestavano l’erba la domenica inseguendo più di un pallone, un vero e proprio treno in corsa cercando di afferrarne l’ultimo vagone possibile per fuggire da questa maledetta serie C.

Ci si è cascati tutti, quella volta. Si è data attenzione quasi esclusivamente a quello, trascurando la squadra pensando (male) che da soli, avrebbero continuato a fare quel ruolino di marcia. Ci si è sbagliati, ed a farne le spese fu Giuseppe Raffaele con la sua testa, che fra i tanti errori, ha dovuto affrontare in primis questa situazione. Non doveva ripetersi lo stesso errore a distanza di pochi mesi, in circostanze molto simili. Che senso ha tutto questo, in questo momento? Quale utilità avrebbe verso la squadra? La squadra che si è fatta strada con le unghie e con i denti costruendo passo dopo passo una classifica quanto più degna possibile del nome Catania, nonostante uno scenario tutt’altro che roseo. Una squadra che si è presa le critiche, le responsabilità e l’onere di ribaltare più volte nel corso della stagione i momenti delicati. Ci è riuscita ancora, realizzando un filotto di 5 vittorie su 6 partite, rientrando in corsa perfino per la 4^ posizione, dovendosi al contempo riparare le spalle dall’assalto di un’altra ritrovata e vecchia rivale, la Juve Stabia.

Una squadra che domenica va a Foggia, a giocarsi tanto, forse tutto. E tanto per la cronaca, non giocherà con carta e penna, né con 11 legali, ma con un pallone e con una maglia a bande rossazzurre. Una squadra che mai come adesso va tutelata, protetta ed isolata da qualsiasi altra questione fuori da Foggia – Catania.

Gabriele Di Mauro

(Fonte immagine: calciocatania.it)

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