LUCARELLI RIPORTERÀ LA PACE?

Mercoledì, dopo una prestazione improvvisata, discreta, a tratti proficua, ma poco resistente, sembra che non sia arrivata l’attenuante al cospetto del giudizio popolare. La piazza è in crisi, dichiara “sfratto” alla società e, come la storia del calcio insegna, sulla base degli affetti che la gente ripone nella propria squadra del cuore e nella sua storia, questi toni nervosi, oggi più che mai, sarebbero del tutto giustificati.

Probabilmente, Cristiano Lucarelli non meritava quest’accoglienza, perché si è addossato il peso di una grossissima responsabilità. Seppur, guardando la storia del Catania in questo inizio di campionato, almeno per quanto riguarda la media punti in casa, non avrebbe dovuto pesare così tanto. Certo, la partenza di Camplone è stata l’ennesima trave caduta su una macchina che ormai “scricchiola” da parecchio ma, nel pieno rispetto di una società come il Bisceglie che ha dato il cuore e tanto sudore in campo, i rossazzurri avrebbero potuto certamente vincerla anche soltanto con il cuore che, data l’evidente demoralizzazione, purtroppo è venuto a mancare.

Dunque, se c’è un problema di fondo da poter giudicare quasi ad occhi chiusi, almeno per l’infrasettimanale, si può scagliare la carta dell’immunità, a favore dello spogliatoio. Impensabile che mister Lucarelli potesse schierare una squadra mentalmente carica e tecnicamente perfetta in dodici ore.

Dunque, se l’ AD Pietro Lo Monaco ha dimostrato di voler ricominciare dal ritorno del miglior tecnico in casa Catania degli ultimi cinque anni, anche i tifosi, tornando alla partita col Bisceglie, dovrebbero stringere i denti ed aspettare che si vedano i primi frutti della nuova guida tecnica contro il Bari. Intanto si è visto il ritorno in campo di Lele Catania, il rientro (impreparato e poco concentrato) di Saporetti, la valenza di Marchese e la duttilità ricca d’amore per la maglia e la città di capitan Biagianti. Anche in fase d’attacco è stato possibile vedere la coppia Di Piazza – Curiale, impossibile per la precedente gestione tecnica.

Insomma, la voglia di voler fare davvero bene, è stata palesata nonostante fosse una squadra al mister sconosciuta ed in piena emergenza emotiva. Rispetto al suo metodo di gioco mancano tanti elementi con cui lo stesso arrivò in semifinale play-off, perdendo solamente ai rigori contro il Siena. Col Bari potrebbe dunque presentarsi una squadra mentalmente diversa, spronata da un campione che ha battuto i campi prestigiosi del calcio italiano, lo stesso che, seppur non riuscì a portare questo Catania alla serie cadetta, è stato colui che l’ha fatta correre tanto, pur essendo stato limitato sulle richieste di mercato.

Ricominciare significa prendere una strada nuova e non può farlo soltanto la squadra: serve anche il dodicesimo uomo.  Al netto di quanto dichiarato negli scorsi giorni dal patron Pulvirenti, a gennaio, la società potrebbe far contento il mister con i giusti innesti alla qualità indiscussa di tanti giocatori che già stanno nei ranghi, ma che hanno anche subìto delle situazioni che pesano tanto sulle spalle di chi dovrebbe pensare soltanto a giocare e vincere.

Nessuno è innocente davanti al malessere di questo Catania, ma bisogna dare ulteriore fiducia, affinché possa essere salvato il salvabile.

(Fonte foto: calciocatania.it)

Giorgio Curcuraci

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