DOPO LA FESTA DELL’UNITÀ È BOTTA E RISPOSTA TRA LEGA E LO MONACO

A poche ore dalla chiusura della tanto discussa Festa dell’Unità, tenutasi nella centralissima Villa Bellini, la Lega ha chiarito la dinamica dei fatti relativi allo spostamento della partita Catania-Fondi. Ricordiamo che il match era in programma per domenica 11 settembre ed è stato posticipato a mercoledì 28 settembre poiché coincideva con la visita del Premier, Matteo Renzi, nella città etnea.

Per mezzo di un comunicato ufficiale, la Lega Pro spiega che i calendari sono stati sorteggiati alle 18,00 dell’11 agosto scorso e che solo nella mattinata dello stesso giorno era arrivata la richiesta di non far disputare al Catania le gare interne in concomitanza con gli eventi di Villa Bellini. La stessa Lega, però, chiarisce che, qualsiasi richiesta o segnalazione – sempre ben accetta ai fini della compilazione dei calendari ¬– deve essere inoltrata con qualche giorno di anticipo rispetto alla data di formulazione degli stessi. Infatti, facendo richiesta poche ore prima, risulta impossibile aggiornare il sistema automatizzato di compilazione e, soprattutto, non si riesce a verificare la compatibilità con eventuali problemi relativi ad altre società e città.

La denuncia della Lega è indirizzata alle autorità che, sicuramente con largo anticipo, erano a conoscenza della programmazione della “Festa” ma non hanno fatto tempestiva richiesta. Insomma, una risposta chiara verso chi aveva alzato la voce sostenendo di aver fatto tempestiva richiesta di spostare la partita, una risposta a tono verso un’amministrazione comunale che sembra sempre più presa dal fascino della politica e sempre meno vicina alla squadra della città.

Inoltre, la Lega specifica che non si è potuto posticipare il match tra Catania e Fondi a lunedì 12 settembre poiché per il mercoledì successivo (14 settembre) è già in programma un turno infrasettimanale (il Catania giocherà alle 16,30 al “Granillo” di Reggio Calabria ndr.).

A controbattere a quanto affermato però dall’organizzazione presieduta da Gabriele Gravina ci ha pensato come sempre l’amministratore delegato rossazzurro Pietro Lo Monaco, il quale, per mezzo di un messaggio apparso sul sito ufficiale del club etneo, ha chiesto rispetto per il Catania e tutti i suoi tifosi: “Preciso anzitutto che il colloquio telefonico con il dottor Marcello Cardona, Questore di Catania, non risale alla vigilia della presentazione dei calendari ma proprio al giorno dell’ufficializzazione degli stessi – si legge su calciocatania.it – Mi fu chiesto se potessi intervenire in Lega per chiedere di tener conto della Festa dell’Unità a Catania e risposi che avrei provato, offrendo grande disponibilità, ma che quasi certamente sarebbe stato impossibile ottenere una modifica dei calendari per via dei tempi a dir poco ristretti, considerando che a Parma la cerimonia sarebbe iniziata alle 18.00 e l’organizzazione di un evento del genere si sviluppa logicamente con largo anticipo. Fu pertanto, quello, un tentativo decisamente fuori tempo massimo. Al di là di ogni considerazione e ricostruzione, è vero che il Calcio Catania subisce oggi un grave danno, dovendo disputare tre partite consecutive in trasferta: un handicap pesantissimo che è la proiezione, ad ogni livello, della mancanza di un giusto rispetto del nostro club e dei suoi tifosi. Il calcio è infatti nel Dna dei catanesi ed è fondamentale per la città, che ama i colori rossazzurri: è dovere di tutti tenerne conto e non sottrarre il Catania ai catanesi. Noi abbiamo compreso l’eccezionalità della situazione legata all’evento Festa dell’Unità fin dalla prima giornata di campionato: con la Juve Stabia, ricorderete, accettammo l’anticipo di un giorno nonostante il grave danno economico facilmente intuibile, considerando la prevedibile maggiore affluenza domenicale rispetto a quella registrata sabato 27 agosto. Abbiamo collaborato, abbiamo capito le ragioni di tutti ma già allora, al netto di parole e rassicurazioni, non abbiamo potuto esercitare un nostro diritto: giocare, svolgere la nostra attività professionale nel giorno e negli orari designati dagli organizzatori della competizione. Pazienza, in quel caso. Un’eccezionalità, però, non può durare 20 giorni: diventa catastrofe, sportivamente. Se, inoltre, al desolante quadro di un triste e secco “non si può giocare” aggiungiamo che il Fondi avrebbe portato non più di 5 tifosi al “Massimino” e che il Calcio Catania, ancora una volta con spirito di collaborazione nei confronti delle Autorità competenti, aveva messo a disposizione un maggior numero di steward per compensare i disagi collegati all’eventuale minor numero di agenti disponibili per l’espletamento del servizio d’ordine pubblico allo stadio, il quadro è aggravato e noi ancor più penalizzati. Noi, con rispetto e con fermezza, chiediamo rispetto per il nostro lavoro, ricordando a tutti che il calcio ha una grandissima valenza economica in Italia, e per le ragioni dei nostri tifosi, non più in condizione di tenere il ritmo di spostamenti improvvisi che li costringono ad allontanarsi dagli stadi. Così è, ad esempio, anche per Reggina-Catania, anticipata d’ufficio alle 16.30. Tutto viene anticipato e posticipato, non c’è più la possibilità di avere riferimenti stabili, le ufficialità vanno e vengono ed i calendari degli eventi calcistici vengono disposti dalle Prefetture: così non va, questo è un corto circuito. Non è giusto che il Catania paghi comunque per tutti, alla fine. Adesso, comunque, occorre mettere da parte le polemiche, inutili perché le opportunità perdute non ci saranno restituite, chiudere la parentesi con il giusto senso di responsabilità e, per quanto ci riguarda, tornare a pensare esclusivamente al campo”.  

Comunque sia andata, qualunque sia la verità, una cosa è certa: a farne le spese è ancora una volta la squadra dell’elefante e tutti coloro che amano i suoi colori.

Giuseppe Mirabella

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