I tifosi hanno perso la pazienza

In una situazione tragica di classifica e societaria, il Catania non riesce più ad uscire da un tunnel infinito costruito da disastri di programmazione che l’anno scorso hanno portato alla retrocessione mentre quest’anno si ritrova sull’orlo di un ennesimo fallimento sportivo. Di chi sono le colpe? La risposta non è difficile da immaginare. Pulvirenti e Cosentino stanno portando avanti la loro campagna strategica con requisiti minimi di saccenza, testardaggine ed incompetenza. Torre del Grifo chiuso ai tifosi, silenzi stampa perpetui e mai una parola per ricucire un rapporto ormai insanabile coi propri supporters: sono solo una parte delle serie di componenti che hanno portato ad una frattura totale tra le due fazioni, società e pubblico. Quale è il risultato di tutto ciò? Malcontento di tifoseria e giocatori, stanchi delle continue illazioni che garantiscono un futuro roseo alla squadra. La realtà dei fatti parla chiaro: bilancio in passivo rispetto agli anni precedenti e squadra al terzultimo posto.

Nel muro del quartier generale di Torre del Grifo, campeggia la scritta “Calcio Catania Spa”, acronimo di società per azioni. Come in ogni grande azienda che si rispetti e che si reputi tale, chi non adempie al suo dovere o alla sua qualifica deve essere declassato o allontanato definitivamente. Ma a Catania no, ogni singolo elemento di contorno e non, assume una situazione di totale surrealismo; infatti chi sbaglia non paga, anzi, gli viene attribuito un incarico ancora più importante di quello precedente lasciandogli la totale autonomia di distruggere quanto di bello è stato creato negli anni passati.

Nonostante questi continui abusi, i tifosi non hanno mai lasciato sola la squadra, stringendo un patto di ferro coi giocatori per salvare onore e categoria. Attraverso un comunicato, la Curva Nord ha richiesto a gran voce la massima affluenza sabato allo stadio per difendere un patrimonio, che fino a qualche anno fa, era oggetto di orgoglio e di vanto cittadino, per partecipare collettivamente ad “una protesta chiara, limpida, alla luce del sole a difesa del Catania Calcio, bene comune di un popolo di innamorati, che va avanti da mesi, con ripetute richieste di incontri, confronti, spiegazioni e chiarimenti che non sono mai arrivati.”

 

Dario Marchese

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