FALLIMENTO CATANIA!

Puntare alla salvezza, visto che non si è in grado di mirare ai play-off, figuriamoci di sostenerli.

Dopo tre settimane lontano dal “Massimino”, il Catania torna a figurare davanti i propri spettatori. Anzi, non è proprio così: gli spalti dello stadio, infatti, sono semivuoti, segno di una netta spaccatura fra la tifoseria ed il binomio squadra-società.

Le tre sconfitte di fila, rimediate contro Melfi, Lecce e Paganese, evidentemente, sono state mal digerite dall’ambiente, che adesso decide di protestare per non assistere più agli impietosi spettacoli, cui ormai ci si è abituati in terra etnea.

Mister Pulvirenti deve trovare rimedio ad una situazione più grande e complicata di lui. Dispone in campo una squadra che, tatticamente, cerca di limitare i danni contro il Foggia capolista, galvanizzato dalla vittoria nel derby pugliese contro il Lecce, vero e proprio scontro al vertice della classifica.

In questo senso, sorprende molto la scelta, che si potrebbe definire a dir poco temeraria, di non schierare nella formazione titolare nessuno dei due centravanti giunti nel mercato invernale. Pozzebon e Tavares, infatti, devono accomodarsi in panchina, mentre dal primo minuto scendono in campo Di Grazia, Russotto e Mazzarani, con quest’ultimo che ricopre l’atipica posizione di “falso nueve“, svolgendo tale ruolo in maniera pressoché pessima.

La partita inizia, ma a dire il vero i primi quarantacinque minuti sono all’insegna del nulla: qualche timido tiro di Mazzarani finito in tribuna per i rossazzurri; alcune incursioni di Chiricò ed una conclusione sull’esterno della rete di Di Piazza per i rossoneri. Per il resto, si registra un Foggia che attende ed un Catania che cerca di ripartire, senza nemmeno riuscirci per la verità. Il pallone, infatti, non gira mai in maniera scorrevole in mezzo al campo. Il Catania trasuda paura, insicurezza, ma soprattutto pochissima amalgama nella prima frazione di gioco. Il Foggia, invece, non affonda il colpo.

Ma è solo questione di minuti. All’inizio della ripresa, infatti, la frittata è fatta: una punizione dei rossoneri viene grottescamente deviata da Gil nella porta difesa da Pisseri. Insomma, il Catania si butta la zappa sui piedi. Così, logica vuole che i padroni di casa si scompongano per cercare quanto meno il pareggio. Niente da fare: bisogna aspettare il 71′ per vedere entrare Tavares in campo e altri dieci minuti per l’ingresso di Pozzebon. Al 75′, invece, c’è la traversa colpita da Bergamelli di testa a segnare l’episodio cui aggrapparsi al termine del match. Poco più tardi Di Grazia manda clamorosamente a lato un pallone che era riuscito a cogliere in mezzo all’area. Finisce 0-1 per gli ospiti, fra fischi e cori di scherno generali. La delusione sconfina dalle tribune dell’ex Cibali.

Il Catania è alla deriva, inutile girarci intorno. Quattro sconfitte di fila che chiaramente rovinano una stagione intera. La squadra rossazzurra ha un evidente problema di testa e pare che di domenica in domenica non faccia altro che ampliarsi. L’esonero di Rigoli era avvenuto proprio perché egli stesso non avesse più il polso dello spogliatoio, ma con i successivi due tecnici le cose non hanno fatto altro che peggiorare. In campo sembra che i giocatori non si passino la palla fra di loro, quasi giocando ognuno per sé stesso. Ancor più allarmante, inoltre, è l’iter dei rossazzurri dopo l’allontanamento dell’allenatore di Raccuja: se prima il problema erano solo le trasferte, da sempre nefaste e anoressiche di soddisfazioni, adesso non si fanno più punti nemmeno in casa. Si può parlare quindi di un vero e proprio fallimento del progetto tecnico rossazzurro.

A tal proposito, Mario Petrone aveva lanciato l’allarme con la drastica scelta delle dimissioni; Giovanni Pulvirenti, invece, ha colto zero punti in tre partite e, a quanto pare, fare miracoli non è nelle sue corde. Il Catania non è più squadra da almeno un mese. La vittoria di Messina è stata solo un’illusione, prima di cadere in un burrone che sembra non avere fondo.

Il problema mentale degli etnei rischia ormai di protrarsi per tutto il finale di stagione, cosa che potrebbe essere preoccupante ed aprire scenari che fino ad adesso non si sarebbero nemmeno potuti immaginare. Tutti fanno punti, mentre il Catania resta immobile, di sasso, incapace di reagire ed offrendo bocconi sempre più amari ad una piazza che ha deciso di disertare, nonostante l’appello al pubblico fatto da Lo Monaco in settimana.

Coloro che militano in questa squadra, però, avrebbero dovuto dimostrare sin da subito in campo di meritare la vicinanza ed il supporto del proprio tifo. Invece no: ancora una sconfitta, ancora un fallimento. Per il quarto anno di seguito, non se ne può più.

(Fonte foto: calciocatania.it)

Federico Fasone

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