EQUIVOCO LODI: NON ILLUMINA

Pochi giorni dopo la sconfitta ai calci di rigore contro il Siena, nella semifinale di ritorno del play-off del campionato di Serie C 2017/2018, l’amministratore delegato del Calcio Catania, Pietro Lo Monaco, annunciava la separazione con l’ex tecnico rossazzurro Cristiano Lucarelli, reo d’aver gestito male, proprio durante la fase finale della stagione, i calciatori a propria disposizione. Affermando in più occasioni che la posizione in campo di Francesco Lodi avesse danneggiato, non solo il calciatore campano, ma anche l’assetto della squadra, rendendola sostanzialmente prevedibile e priva della “luce”.

Decentrando, di fatto, il calciatore con più qualità tecniche in una posizione in campo mai ricoperta in carriera,  la manovra del Catania perdeva di fluidità e imprevedibilità, portando ad un vero e proprio “shut down” dell’interruttore.

Con l’avvento di mister Sottil, scelto dalla dirigenza rossazzurra, e acclamato a furor di popolo dalla piazza etnea, il ruolo di Lodi torna ad essere quello di sempre: il gioco e la manovra d’impostazione, e talvolta quella offensiva passa per i piedi del numero 10 rossazzurro, uomo d’ordine in campo e pedina insostituibile.

Iniziando a lavorare fin dai primissimi allenamenti su due moduli nuovi, rispetto alla stagione precedente, ovvero il 4-2-3-1 e il 4-3-1-2, il tecnico Andrea Sottil decide di spostare Lodi dal vertice basso di centrocampo, cioè dalla regia di gioco, a vertice alto dello stesso, ovvero sulla trequarti. Francesco Lodi si ritrova così a ricoprire un ruolo che in passato aveva occupato a Frosinone e a Empoli con ottimi risultati. Probabilmente, visto il tasso tecnico della terza serie italiana, il centrocampista napoletano, gravitando di fatto fra la linea mediana e le difese avversarie, avrebbe avuto la possibilità di esprimere la sua tecnica in una parte del campo dove un errore tecnico non avrebbe potuto più di tanto creare danni. Altresì, considerando l’età riportata della carta d’identità, Lodi, ricoprendo questo ruolo, guadagnerà anche qualche anno calcistico in più.

I risultati sono ottimi fin dalla prima uscita: gol su azione nel 3-0 casalingo rifilato alla Vibonese, ed assist “al bacio” per la corrente Marotta, nel derby disputato e vinto in casa per 2-1 sul Siracusa.

La storia però si ripete: nella sonora sconfitta interna per 0-2 contro il Catanzaro, la stella più luminosa del Catania risplende, ma non di una luce accecante. Quasi come se a vedere una cometa ci si concentri più alla coda che al nucleo luminoso, lasciando dietro di sé una scia evidente di fatica. Nel ruolo di mezzala ricoperta dal numero 10 rossazzurro vi è il film di tutta la partita: Lodi ha il compito di uscire, utilizzando un termine puramente calcistico, sul terzo centrale di difesa avversario in fase di impostazione dei calabresi, trovandosi così sostanzialmente a ricoprire un ruolo non solo nuovo, ma anche inutile e inadatto alle sue caratteristiche.

Se la prerogativa era ed è sempre stata quella di dare una giusta identità alla squadra, perché si persevera sugli errori passati? L’interrogativo verrà sicuramente smentito dagli stessi calciatori, che faranno di tutto per dimenticare la partita (non) disputata .

Ci si chiede, però, se aldilà della scelta di modulo che adotterà Sottil, a partire dalla prossima sfida di campionato contro la Juve Stabia, quest’ultimo torni a rivedere le scelte, correggendo la posizione in campo di Francesco Lodi, sicuri e certi che il gioco del Catania passi dalle sue giocate, dal suo estro, e dalla sua fantasia.

(Fonte foto: calciocatania.it)

Ugo Zinna

 

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