DI UN’ALTRA CATEGORIA, MA PURTROPPO SI GIOCA IN C

Si poteva vincere. Questa è la sensazione che all’indomani di Sassuolo-Catania lascia più speranzosi, dà maggiore fiducia per il futuro, soprattutto in ottica campionato. I rossazzurri hanno confermato buone capacità di palleggio, riuscendo per lunghi tratti a controllare la gara a dispetto di un avversario superiore tecnicamente.

Eppure in campo non erano presenti tutti i titolarissimi: da Bucolo ad Angiulli, da Brodic a Baraye, il pallone ieri girava veloce più di certe partite di campionato e i tentativi di pressing dei neroverdi non sono mai stati un problema nell’arco dei 90 minuti.

Certo, la Serie C è un’altra cosa. La fisicità della terza categoria, molto spesso preponderante, eccessiva, non consente libertà di pensiero, non dà la possibilità nemmeno di riflettere un istante per impostare la giocata: per questo, al fine di potere ambire al salto di categoria, il mister rossazzurro dovrà continuare ad nauseam nella ripetizione degli stessi schemi, in modo che questi vengano eseguiti a velocità sempre maggiori e che diventino più imprevedibili.

La gara di ieri suggerisce anche qualche spunto negativo su cui bisogna porre attenzione: la solita mancanza di cinismo sotto porta, con due pali che ancora gridano vendetta, e qualche amnesia difensiva di troppo. Un aspetto, specialmente il secondo,  che riguarda più la sfera mentale del giocatore che quella tecnica ma su cui Sottil deve provare comunque a mettere una pezza.

Ora testa al campionato e alla partita di Bisceglie. Com’è stato ampiamente dimostrato in queste gare le qualità tecniche e di sacrificio per raggiungere la vetta ci sono tutte: adesso, serve solo tener botta all’ennesimo tour de force composto da 6 partite da disputare in un mese.

Simone Caffi

(fonte immagine: calciocatania.it)

 

 

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