COME QUANDO SEGNA BIAGIANTI

Sì, c’è sempre lui a trascinare il Catania. Forse si tratta di un segno del destino o, più probabilmente, del frutto di una forza di volontà che solo Marco Biagianti ha dimostrato di avere.

Ebbene, in quanti erano scettici per il suo ritorno? Possibile che fosse legittimo pensarla così, perché gli infortuni e gli acciacchi fisici, che purtroppo hanno condito la carriera di Marco, rendevano sicuramente più difficile fidarsi del campo. Eppure non è stato così, perché il centrocampista toscano ha dato esempio di come si possa rinascere alle pendici dell’Etna, vivendo una seconda giovinezza, possibilmente ancor più prospera della prima.

D’altronde, se ci si sofferma a riflettere, le prestazioni di Biagianti dal giorno del suo ritorno non sono state solamente un crescendo di emozioni, bensì hanno rappresentato la logica conseguenza di uno dei principi più rilevanti per la terra etnea: “Melior de cinere surgo“. Già, perché in una città affamata di calcio, come quella di Catania, le opinioni sono sempre contrastanti e, per di più, il pensiero dei cosiddetti “criticoni” assorbe persino i commenti positivi, impregnandoli di negatività.

Lo stesso Marco, infatti, sapeva di dover dimostrare qualcosa di importante una volta sceso sul campo di battaglia ed è stato proprio in quel momento che è riuscito ad immedesimarsi nello spirito etneo. Ha fermato i capelli in modo da non rischiare mai di perdere di vista l’avversario; ha indossato la fascia di capitano al braccio con orgoglio, ma anche con immensa umiltà; ha vestito la maglia rossazzurra con tutto il proprio impegno, ben consapevole di ciò che si aspettasse da lui la gente di Catania, che ormai si potrebbe etichettare come la sua gente.

Insomma, Marco si è fatto trovare pronto, ha smentito i bacchettoni ed è finalmente riuscito ad entrare nel cuore di ogni catanese. Ma soprattutto, la sua prova d’amore per i colori rossazzurri assume ancor più rilievo perché ha preso in mano una squadra che aveva vissuto soltanto negli anni più belli ed idilliaci, senza dover affrontare momenti così bui come quelli a cui il Catania è ormai da troppo tempo relegato.

Non è stata un’estate per niente facile quella appena trascorsa. I soprusi subiti dai centri di potere hanno spezzato qualcosa nella passione dei tifosi per questo sport, perché certe ingiustizie lasciano ferite che fanno sorgere almeno il dubbio se sia il caso di continuare oppure no. Soprattutto se ci si trova nell’Inferno della Serie C, un campionato a dir poco logorante e per niente facile da giocare. Ciononostante, sono calciatori come Biagianti che riescono ad invogliare le persone a non mollare mai. La prova di ciò è stata fornita proprio da lui: dopo l’assenza forzata dai campi, al ritorno nella propria casa, in quel “Massimino” da sempre cuore pulsante della piazza etnea, con un colpo di testa forte e deciso, Marco ha scacciato via i pensieri e le preoccupazioni della sua gente, siglando la prima rete fra le mura amiche di una stagione che dovrà essere necessariamente vincente.

Da vero capitano, questo eterno ragazzo ha imposto la propria determinazione e abnegazione per riportare il Catania in alto. Nessuno più di lui meriterebbe un lieto fine, per questa ragione è utile combattere su ogni campo, rispondendo alle ingiustizie che hanno buttato giù il Catania, che però sarà sempre pronto a rialzarsi. Questione di storia, di rabbia e di voglia di vincere per ammutolire i più forti. Una squadra che non muore mai con un capitano che non l’abbandona mai, anzi che la trascina perché ne incarna lo spirito d’appartenenza.

Sacrificarsi, lottare, vincere. Le emozioni vanno sudate, col coraggio di rimettersi sempre in gioco e la grinta necessaria da mettere in campo per realizzare il proprio intento. Come avviene quando segna Biagianti, dimostrazione che il Catania è forte ed è presente, desideroso di tornare a gioire.

(Fonte foto: calciocatania.it)

Federico Fasone

 

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