CATANIA, COSA VUOI DAVVERO?

“Catania, che cosa ti sta succedendo?” Domanda ricorrente, ormai, nella città dell’Elefante, figlia di una crisi apertasi con la clamorosa ed inaspettata sconfitta casalinga contro il Melfi. Se il trionfo nel derby del “San Filippo” aveva fatto presagire una furiosa “remuntada” del gruppo rossazzurro con il mirino puntato sul quinto posto, i tre k.o consecutivi delle ultime settimane hanno addirittura spinto la formazione di Pulvirenti al di fuori della zona play-off. Le dimissioni di Mario Petrone, abbattutesi come un fulmine a ciel sereno sulla testa del ‘direttore’ Pietro Lo Monaco, potrebbero aver inciso in maniera determinante sul brusco calo di rendimento di Biagianti e compagni. Inutile negarlo.

Tuttavia, sembrerebbe esserci qualcosa di più dietro le difficoltà accusate dalla compagine etnea. Il Catania, infatti, pare essersi inconsciamente deresponsabilizzato, avvolto dall’involucro protettivo costituito da una stagione difficoltosa e irta di ostacoli. Una sorta di rassegnazione, in pratica. I rossazzurri appaiono smarriti, confusi, disorientati. L’impegno c’è, si vede, ma non basta. A mancare, in questo momento, è la cosa più importante: il carattere. Il cosiddetto “sangue agli occhi”, insomma, tante volte invocato dallo stesso dirigente di Torre Annunziata. Quella cattiveria e voglia di far male (sportivamente) agli avversari, da sempre aspetto determinante nella feroce lotta che conduce agli spareggi per la promozione in Serie B.

Il tempo per svoltare c’è ancora, sì, ma non è eterno. Le rivali corrono, non aspettano nessuno. Se il Catania non vuole accontentarsi, è ora di risvegliarsi. 8 giornate al termine della ‘regular season’, ci si dovrà giocare il tutto per tutto. Senza paura, affamati più che mai. Prima che sia troppo tardi…

Daniele D’Alessandro

(Fonte foto: CalcioCatania.it)

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